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Il Ceo dell’Inter Bolingbroke: «Servono le wild card per la Champions»

Il Ceo dell’Inter Bolingbroke: «Servono le wild card per la Champions»

Micheal Bolingbroke è l’amministratore delegato dell’Inter. In realtà, un inglese come lui direbbe Ceo: un passato come direttore operativo al Manchester United, il presente nel tentativo di rilanciare i nerazzurri del post-Moratti. L’Inter è quarta in classifica a pari punti con la Fiorentina, è distante cinque punti dal terzo posto della Roma e quindi dalla Champions. E per Bolingbroke, ovviamente, è arrivato il momento di istituire le wild card per la Champions League: «La distribuzione degli introiti televisivi qui si basa sulle prestazioni, non solo nel corso dell’ultimo anno, ma degli ultimi cinque e degli ultimi 50. C’è un sistema meritocratico. Ci sono club che non hanno partecipato alle competizioni ma che hanno un enorme numero di tifosi in tutto il mondo. In particolare è questo numero di tifosi di alcuni club che traina le entrate dell’Uefa».

Come dire: arrivare quarti o quinti in campionato non costituisce titolo o merito superiore rispetto al numero dei tifosi. Bolingbroke, da questo punto di vista, vede e rilancia. Tanto da sottolineare come la nazionalità del tifo dei nerazzurri, Internazionale come nome e come aggettivo, dovrebbe far spostare l’orario di inizio delle partite: «L’Inter ha 265 milioni di tifosi. Di questi 265 milioni di tifosi, 190 milioni sono in Asia. Le conversazioni che abbiamo avuto con la Uefa indicano che loro hanno compreso appieno le nostre preoccupazioni. Proprio per questo, poi, dobbiamo mandare in onda le partite ad un orario che a loro vada bene. Se le mandiamo in onda alle 20:45, cioè in piena notte in Asia, noi perdiamo il 75% dei nostri tifosi». La pensa così anche Thohir, che ha sempre spinto per giocare il sabato pomeriggio. E che da oggi, ci scommettiamo, spingerà un po’ anche per avere le wild card

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