Certo, lo sappiamo, in fondo il sogno di mantenere la vetta e il prezioso vantaggio negli scontri diretti infranto si è solo a due minuti dal novantesimo, il fattore sfortuna ha prevalso e non poco sotto la Mole sulla reale mole di gioco proposto in campo e il campionato è ancora lungo e può succedere ancora di tutto in chiave scudetto però siamo onesti, il tifoso ben altro aspettato si sarebbe dopo i proclami della vigilia, per carità a perdere si può sempre perdere soppratutto a casa loro ma almeno illudersi di giuocarsela a viso e carte scoperte quello si, ci sembra dovere, vieppiù se forti dei punti in cascina e delle credenziali esibite al riconoscimento negli spogliatoi, possiam pure lasciar da parte occasione storica e treno da prendere prima ché non passi più.
Quindi aivoglia e voglia a dire se a Pipita non gli avesse sporcato tanto quel che basta quella palla adesso a parlare staremmo di un’altra storia, forse è vero, ma sarebbe troppo facile e semplicistico il non pur far mea culpa degli errori fatti, atteggiamento francamente non solo attendista e rinunciatario per larghe fette del confronto, ma inadeguato al compito della capolista che dimostrare avrebbe dovuto autorità, fame e sete di vittoria anche al domicilio della banda bassotti, a scrollarsi definitivamente di dosso complesso di inferiorità da bacheca, vinti sul campo o in camera di conciliazione e compagnia cantando al massimo vinci a Sanremo, non sul rettangolo verde.
E allora oltre al danno ecco la beffa di uno Stadium usurpatore de O surdato ‘nnammurato, proprio per il tramite di quel Simone Zaza che dimostra l’importanza di avere in panca uomini con l’asso nella manica e non solo onesti mestieranti a svernare, deviazione di Albiol pur decisiva è contorno, conseguenza, causa effetto, le disgrazie non arrivano mai da sole, pure allorquando lo stesso Allegri avrebbe firmato per il pari, statene pur certi, spedendo Dybala sotto la doccia in prospettiva Bayernese.
Purtroppo però quando ci hai un Lorenzigno troppo brutto per essere vero, che ad essere onesti probabile non sarebbe arrivato nemmeno alla seconda serata con il televoto, quando ti abbandonano pure Pipita e Marek allora si fa davvero dura, e perché no, possiamo dirlo, per una notte non convince nemmeno il capo officina in tuta blu, per carità il suo è il mestiere più difficile, lo sappiamo, oggi con Wikipedia son tutti medici, mica allenatori, ma i patti erano altri, ci consenta caro mister, del pari puoi accontantarti a cinque dalla fine, non per più d’un tempo, altrimenti il conto è salato, e ci resti scottato, è dimostrato. Insomma non basta registrare i meccanismi in corso d’opera per contenere Cuadrado quando comunque Morata e Dybala non sembrano usciti con la 44 magnum a scassinare difese, è lì che memento audere semperer per dare scossa definitiva alla stagione e ipotecare un posto al sole, a rendere finalmente il san Valentino del tifoso più dolce del tinello di Leopoldo Infante.
Che poi nulla possa essere perduto è altro discorso, il tifoso lo sa o comunque se n’è autoconvinto nella lunga notte del dopofestival, ma c’è da smaltirla in fretta questa delusione, macinare di nuovo punti e risultati è d’obbligo per non vanificare quanto di buono fatto or ora sinora, soprattutto quanto basi al progetto, il tifoso da par suo lo ha già dimostrato a capodichino ciò di cui è capace, ora è tempo che i ragazzi si stringano di nuovo intorno alla loro guida, così che il suo sguardo e il suo sorriso li porti via a non rinunciare, per chi come il tifoso è quitra la terra e il mare, e magari tutto cambieràe il freddo della triste notte di Torino passerà, e nei suoi occhi sarà ancora una volta sempre e soltanto il mare, e nonostante tutto, questa volta, un posto al sole, per tutti i tifosi, davvero ci sarà.