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Radiografia del tifoso del Napoli ipercritico

Radiografia del tifoso del Napoli ipercritico

In mezzo ai tanti tifosi napoletani esiste una fetta importante di persone che non riesce a gioire nemmeno quando potrebbe. Sono quei tifosi ipercritici nei confronti di tutto e di tutti, nel calcio e nella vita. Sarà quel senso di precario che accompagna chi trascorre la sua vita ai piedi di un vulcano che lo costringe a cercare di non gioire mai troppo. Proprio perché è inconsciamente consapevole che, all’improvviso, tutto potrebbe terminare e ritiene che il dolore della perdita possa essere insopportabile al punto da preferire l’assenza della gioia completa.

Il tifoso napoletano ipercritico si riconosce dall’espressione appena soddisfatta il giorno dopo le vittorie e dal ghigno che gli si disegna in volto il giorno dopo le sconfitte. Il tifoso napoletano ipercritico tende, contrariamente al suo status di tifoso, a rammaricarsi quando la sua squadra del cuore ottiene risultati positivi e a gioire quando, invece, i risultati della squadra gli consentono di poter dire che egli lo afferma da tempo che le soluzioni adottate dalla squadra, dalla società, dall’allenatore, dai raccattapalle o dai parcheggiatori abusivi fuori lo stadio non sono adeguate e che, sempre egli stesso, da tempo sostiene che le alternative da lui proposte avrebbero portato, se solo fosse stato ascoltato, risultati migliori.

La verità è che il tifoso napoletano ipercritico tende a misurare la sua competenza calcistica sulla base della sua capacità di individuare errori, problematiche e presunti punti di miglioramento nella squadra. Tanto più riesce a trovare soluzioni alternative a quelle proposte durante i novanta minuti della partita, tanto più prenderà valore la sua competenza agli occhi dei suoi ascoltatori del bar, dell’ufficio, dei social, della radio o della televisione. Tale approccio porta i suoi effetti migliori quando i risultati del campo non sono quelli sperati. In quelle circostanze si moltiplicano gli esperti che avrebbero ottenuto risultati migliori spostando Tizio sulla fascia, avanzando Caio quindici metri più avanti, facendo entrare in campo Sempronio che non è possibile che con quello che lo abbiamo pagato stia seduto in panchina tutte le partite. Quando i risultati sono invece positivi, ci si aspetterebbe una visione ottimistica dello sviluppo delle cose ma è lì che il tifoso napoletano ipercritico ti stupisce. Per dimostrare la sua competenza gli vengono a mancare gli appigli della critica della gestione della società, della partita, del rapporto tra i giocatori ed è costretto a crearsi problematiche inesistenti per poter continuare a fare sfoggio della sua presunta competenza. Accade così che quando la squadra abitua la città alle goleade, anche una vittoria per uno a zero può assumere i toni catastrofici di una sconfitta. Viene così montato ad arte il caso Hamsik, che in determinate partite, apparentemente, non rende come ci si aspetterebbe e allora giù fiumi di parole per decidere se sia un vero campione oppure no. Nasce il caso stanchezza, perché i calciatori non spingono più a mille per novanta minuti. Nasce il caso Callejón che non segna più con la continuità degli anni passati. Addirittura si possono ascoltare informazioni forti tipo che un certo Nick sia più forte di un certo Gonzalo. A tale proposito, tra parentesi, tali affermazioni provengono dalla bocca di un personaggio che, nel 2001, era a libro paga del Parma Associazione Calcio di Tanzi che d’accordo con Pastorello si faceva battere dal Verona all’ultima di campionato condannando il Napoli alla serie B e che non si capisce perché abbia ancora il diritto di parlare nelle tv napoletane. Chiusa la parentesi.

Il tifoso napoletano ipercritico è lo stesso che fino all’anno scorso sosteneva che non si potesse cambiare formazione ad ogni partita e oggi sostiene, invece, che non sia possibile giocare sempre con gli stessi. Il tifoso ipercritico è quello che si arroga il merito di aver “consigliato” il nuovo modulo all’allenatore dimenticando che i risultati sono cambiati quando contemporaneamente al cambio di modulo, sono entrati in condizione fisica gli elementi chiave della squadra che avevano faticato durante le prime giornate. Tali assurde considerazioni avrebbero senso, forse, dopo una sconfitta ma ascoltarle sui canali privati del lunedì sera dopo una vittoria per uno a zero ha un che di grottesco. In particolar modo se le affermazioni provengono da chi, in passato, si era già dovuto difendere dai “soloni” della città.

La constatazione amara è che, mentre in altre città si tende a fare quadrato intorno alla squadra nei momenti di difficoltà, a Napoli, invece, si cerca il modo di dividersi anche dopo filotti di risultati positivi consecutivi e un cammino da prima della classe. Forse da quando c’era Forza Italia (la trasmissione, non il partito) su Odeon e poi Number One su Canale 34, trasformatosi in Number Two quando i risultati sportivi non giustificavano più il titolo della trasmissione, le cose sono cambiate troppo. Number Two non esiste più e la diaspora di presentatori e opinionisti che si sono avvicendati nel tempo negli studi di Canale 34 ha dato vita ad una immensità di trasmissioni analoghe e, a mio parere, di qualità mediamente inferiore che sgomitano per trovare un posto da leader nel palinsesto. Per ottenerlo si è disposti, o costretti a seconda dei punti di vista, a generare discussioni a qualunque costo. Il problema è che le stesse discussioni si riversano in città e, alimentati dalle trasmissioni, rischiano di aumentare la frangia di tifosi napoletani ipercritici che non sanno godere e gioire. Piuttosto che discutere di stanchezza, di prestazioni deludenti dei singoli e così via si dovrebbe considerare che la partita di domenica con l’Udinese può essere ritenuta, a tutto titolo, il manifesto della svolta sarrita, sarrista o sarriana che dir si voglia. Dal Napoli soccer in poi, quella partita sarebbe rimasta, al meglio, inchiodata sullo zero a zero o, al peggio, sarebbe entrato quel colpo di testa di Widmer e l’avremmo persa. Il tifoso napoletano ipercritico di questo dovrebbe gioire come fanno tutti gli altri tifosi del Napoli: del fatto che alla fine del campionato questi due punti peseranno quanto hanno pesato, al contrario, i due punti a partita persi con l’Inter o con tutte le altre l’anno scorso.

#forzanapolisempre

Raffaello Corona Mendozza @mendo154

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