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Il Napoli da terza media ha trovato l’inquadratura del cerchio

Il Napoli da terza media ha trovato l’inquadratura del cerchio

Cantanapoli, Napoli Milionaria!, La quarta sinfonia dell’orchestra azzurra, Nobiltà senza Miseria, Ciclonapoli, Tsunami a Fuorigrotta, Non Fermarti! Andiamo a prenderli, Vai mò! Sotto a chi tocca, Avanti un altro, Ultimo viene il gobbo, Ora Vincile tutte, Coppe e scudetto, Uraganapoli, Si può!, L’anno del capitone, Immenso amore, Manolomania, Stramacciati, Credici, Ed è solo l’inizio, L’appetito vien mangiando, Scriviamo la storia, C’è solo la Vittoria, Ricopriamoci di Gloria. Quanti e quali titoli potrebbe dare il tifoso alla quarta domenica consecutiva di gioia e soddisfazione per una squadra che sembra davvero aver trovato la inquadratura del cerchio, e che, pur con qualche sofferenza di troppo per i fibrillanti cuori azzurri, sembra finalmente capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo, sopperendo a qualche carenza tecnica di troppo con forza e volontà?

Perché è questo il segreto del Napoli targato 2015, spirito di sacrificio ed abnegazione, in una squadra che se fino a Natale sembrava una discreta terza media, con alcune discrete individualità che però si perdevano mestamente nella confusione favorita dal supplente di turno in panchina, oggi ha capito che solo se si ragiona da gruppo è lecito sognare, se è vero come è vero che anche la passione del tifoso, metaforicamente parlando, non è schema individuale, ma cerimonia collettiva di fede e scaramanzia, che nessuna analisi post-gara potrà mai sviscerare nei suoi indecifrabili risvolti ancestrali.

Ma quella contro i friulani del due volte campione del mondo Pozzo (massimo rispetto per lui) non è soltanto una partita di ashtsgags, ci mancherebbe, è al contempo stesso conferma di note positive ma anche di lacune che ci trasciniamo dietro da inizio stagione e che purtroppo il pur apprezzabile mercato riparatorio ha solo in parte colmato, confermando al contrario i dubbi su una difesa troppo spesso formato quadriglia senza vaiassa a chiamare allincontré. Peccato, perché con un cortometraggio su Forcella per il mercato iuessei forse uno stopper coi piedi buoni e un interditore da intenditori l’avremmo comprato, e con lui la serenità di essere competitivi alla grande su tutti e tre i fronti di questa seconda parte di stagione.

Ma ci sarà tempo per discuterne, di Lunedì i barbieri sono chiusi e solo gli ingenui possono credere si tratti di un caso. Importante era restare nello specchietto retrovisore della Roma, nella giornata della consacrazione di Daniele Verde, ennesimo baby azzurro destinato ad un radioso futuro lontano da mammà, chissà se se lo immaginava pure lui negli spensierati pomeriggi a Pianura. Il tifoso si augura almeno che l’immenso Totò Di Natale sia da esempio per questi giovani figli di Partenope e che a nessuno di loro venga mai in mente di tradire i propri colori, ove mai e semmai il destino dovesse, anche solo per novanta minuti, travestirli da avversari. Frattanto anche il dottor Galliani ha scoperto l’acqua calda, forse questo è l’anno dove può davvero accadere di tutto.
Otto Tifoso

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