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Squadra simpatica questo Sassuolo, gestita da gente che non beve l’acqua prima del caffè

Squadra simpatica questo Sassuolo, gestita da gente che non beve l’acqua prima del caffè

Sarebbe molto (o addirittura troppo) ingenuo il tifoso che pensasse ad una banale coincidenza, una beffarda causalità, capriccio di un palinsesto sempre pronto a cavalcare l’onda dell’entusiasmo azzurro, dopo la memorabile performance del bravo Alessandro Siani sul prestigioso palco del festival di Sanremo, subito contestata dai professionisti dell’invidia e del pregiudizio anti-partenopeo. Ingenuo come i fiocchi di neve di carnevale a Mergellina, perché la messa in onda su mamma Rai del documentario sui fasti del Regno delle Due Sicilie, dieci minuti dopo il fischio di Massa di Imperia (no, non quello del prelibato limoncello), altro non è stato che il giusto omaggio ad una atavica supremazia calcistica e non, a giustamente voler rimarcare la ridicola superficialità di alcune analisi da strapazzo, tristemente inginocchiate dinanzi a statistiche e oscure sigle come SPRED e PIL (Palla In Laterale?) coniate da gente che, probabilmente, non ha mai visto il sole in vita sua.

L’esito (scontato) del match, pertanto, altro non è che l’epilogo più ovvio a siffatta gerarchia, la capitale del reame contro un villaggio di campagna, dove se levate Cannavaro junior, Floro Floro e rispettive famiglie, più le altre migliaia di fratelli azzurri costretti al (piazza)dantesco “triste esiglio”, resterebbero soltanto zanzare e strade vuote, altro che pressing alto e attacco a tre punte.

Per carità, squadra senza dubbio simpatica questo Sassuolo, anche se tristemente priva di argentini in rosa e gestita da gente che probabilmente non beve nemmeno l’acqua prima del caffé, ma troppo poca roba per pensare di arginare la valanga azzurra che, dopo il roboante successo in Azerbaigian, non avrebbe non potuto sfruttare il turno del giorno della Luna Caprese per far capire alla Roma le nostre intenzioni, che sono appunto quelle di non intossicarci pure la melanzana arrostita sul barbecue del sacro Ferragosto. Resta così una bella partita, solo apparentemente bloccata per un tempo, ma che il Napoli ha saputo ben presto far sua grazie alla veemenza dell’esplosivo Zapata, ancora in cerca di una posizione manco fosse la fontana del Nettuno a Municipio ma decisivo nel momento topic del match, alla ascesa in Paradiso di classe operaia Gargano e al definitivo risveglio dal lungo inverno di Hamsik, per il quale, guai a dimenticarlo, di qui a breve saremo alla ricerca di quell’allenatore/assessore scomparso che ne sappia finalmente valorizzare l’inestimabile patrimonio artistico. Senza paura e rassegnazione, a noi ci manda Picone.
Otto Tifoso

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