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Milan e Inter chiedono ai tifosi di non cantare più colerosi. In cambio si batteranno contro la tessera del tifoso

La protervia di dieci giorni fa sembra un lontano ricordo. Nonostante il mezzo passo indietro di Lega e Figc, Milan e Inter cambiano, sia pure parzialmente, atteggiamento sulla vicenda cori discriminatori, e provano a dialogare coi propri tifosi. Sottoscrivono lo stesso appello, uguale anche nella punteggiatura. Entrambe le società lo fanno, ovviamente, da una posizione di debolezza. Non denunciano il loro comportamento, per carità, chiedono solo di non fare i discoli. Lo chiedono loro quasi per cortesia, come farebbe una nonna col nipotino. E in cambio promettono di battersi contro quelle norme che limitano l’accesso alla stadio, insomma contro la tessera del tifoso. Un’ennesima pagina triste del nostro calcio, ma anche una conferma indiretta che in fondo la Figc non si è proprio arresa. E che forse riusciremo a viverci partite di calcio senza ascoltare più quegli ignobili motivetti.

Ecco l’appello che entrambe le società hanno inviato ai propri tifosi:

«La vostra forma di protesta contro una norma che appare per molti versi discutibile genera due effetti, entrambi indesiderabili.
Un primo effetto è la limitazione ad accedere a San Siro.
Un secondo effetto, molto più grave, è sentirsi accusare d’esser razzisti e di fare discriminazioni: eppure, il Milan/l’Inter è certo che nessuno di voi ha nel cuore sentimenti tanto incivili.
La società farà quanto in suo potere per far modificare le norme che riguardano l’accesso agli stadi, ma ha bisogno del vostro aiuto. Ha bisogno cioè che ogni vostra eventuale, ulteriore protesta si manifesti altrimenti, con modi consentiti dalle norme vigenti e comunque tali da non far del male alla società e a voi stessi.
Il Milan/ L’Inter confida nella vostra collaborazione.»

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