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Il ricorso della Fiorentina è provocatorio e antisportivo

La Fiorentina ha presentato ricorso contro la squalifica per doppia ammonizione per simulazione del proprio calciatore Juan Cuadrado, subita ieri sera durante la partita contro il Napoli. La società’ ha chiesto la prova televisiva alfine di annullare il provvedimento di ammonizione e di escludere ogni responsabilità’ disciplinare a carico del calciatore sostenendo che dalle immagini televisive si evince la buona diede del calciatore (sic) da tutti riconosciuto come professionista che vive il calcio con allegria e professionalità’, che non rientra nella categoria dei simulatori, seguendo i dettami della società’, che trasmette ai suoi giocatori la linea del fair play e della correttezza.
Gli scarpari di Sant’Elpidio a Mare, che si spacciano per fiorentini, che dopo le note vicende di Calciopoli che li hanno visti perseguiti e condannati dalla giustizia sportiva e da quella ordinaria, per gravi illeciti sportivi, adesso vogliono utilizzare la giustizia sportiva in maniera strumentale e impropria per alimentare una incredibile campagna mediatica che divampa in maniera inusitata per un ordinario episodio di moviola della domenica.
L’aspetto tecnico dirimente, che rende l’iniziativa palesemente provocatoria e perciò stesso antisportiva, è costituito dalla assoluta tassatività della norma del codice di giustizia sportiva, che consente l’utilizzo della prova televisiva, limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva, non visti dall’arbitro che, di conseguenza, non ha potuto prendere decisioni al riguardo.
La manifesta speciosità’ e improponibilità’ del ricorso, per un fine diverso da quello previsto dall’ordinamento sportivo, comporta di per sé stesso, a mio avviso, la violazione del fondamentale principio, cui sono tenuti le società’, i dirigenti e i tesserati, solennemente affermato dall’articolo 1 del codice di giustizia sportiva, secondo il quale i predetti soggetti sono tenuti alla osservanza delle norme e degli atti federali e devono comportarsi secondo i principi di lealtà’, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile alla attivita’ sportiva. Abete le norme ci sono, manca chi pon mano ad esse.
Antonio Patierno

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