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Sosa e Yebda, il prezzo della scommessa Napoli

Restiamo, dunque, aggrappati a una speranza. Così ci suggerisce pure il buon Carafa. E la speranza, si sa, è l’ultima a morire. Quella dei tifosi, poi, muore un attimo dopo. E quanto a quella dei napoletani, forse, nemmeno muore, perché fa parte della tradizione, delle informazioni genetiche che si tramandano di generazione in generazione. Nella fattispecie la speranza si regge su due nomi. Uno, piuttosto semplice e familiare, che ci riesce già rassicurante. L’altro, di una scaglia più complicato, dal suono esotico e misterioso, che ci solletica la curiosità. Sosa e Yebda sono la chiave di lettura dell’intera campagna acquisti del calcio Napoli, ma non solo. Sono il rischio che comporta l’investimento. Il prezzo della scommessa. I perni stessi intorno ai quali ruota l’intera stagione degli azzurri. Cavani? Sarà la punta di diamante. La prima donna. Il cecchino infallibile. Ma tutto questo, perdonatemi la presunzione, è già una splendida certezza. Il mistero, invece, si svela attorno a quei due. Saranno la tessera che completa il mosaico o la goccia che fa traboccare il vaso? La ciliegina sulla torta o l’ultima carta che si tira giù il castello? Staremo a vedere. Intanto, ingoiamo il rospo e…speriamo bene. Però attenzione Presidente! Parli chiaro. Da noi si dice: “Chi vive sperando, muore disperato”. Non so lei, ma per noi avremmo immaginato tutt’altra fine.
<strong>Gianluca Maria Marino</strong>

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