La prova Europa è stata superata. E anche a pieni voti. Mazzarri, autore di una scelta ponderata, ha avuto ragione: meglio il gioco collaudato dei vecchi condottieri che l’imprevedibilità di un talento che si chiama Cavani. Una certezza che non ha tradito e il suo Napoli ha sondato il terreno d’Europa mostrando il volto di una squadra più matura, più coraggiosa. Virtù nuove, certo, rispetto alla timidezza che ci si poteva aspettare almeno al debutto. Rispetto ad un Napoli che solo due anni fa si era presentato in campo internazionale con l’atteggiamento della debuttante. Ma c’è un altro aspetto sul quale bisogna lavorare e su cui riflettere. Ed è un retaggio del passato: venti azioni in novanta minuti, trenta tiri e un solo gol. Il bottino è povero. Vizi di un Napoli antico, che l’anno scorso erano già costati parecchi punti in classifica. Lavezzi, goleador della notte europea, da solo ne avrà provati dieci di gol. Quagliarella almeno uno. Al tiro ci è andato anche Hamsik e per ben tre volte Cavani in quindici minuti. Mazzarri può dirsi soddisfatto, ma trenta tiri in porta sono davvero troppi rapportati all’unico gol della serata. Lavezzi ne è consapevole, tant’è che a fine gara si dice contento ma non troppo. Ai microfoni di Sky è deciso a dare la carica ai suoi compagni per la gara di ritorno: «Dobbiamo fare di più». Messaggio chiaro di un goleador, consapevole dei troppi sprechi. Nuove virtù, dunque, ma anche antichi vizi di un Napoli che in Europa ha mostrato gioco e freschezza atletica, ma che sa che deve darsi da fare e attrezzarsi meglio per concretizzare di più.
Monica Scozzafava (dal corriere del mezzogiorno)
Nuove virtù,
antichi vizi
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