La Fondazione Jdentità bianconera ha querelato il Procuratore Chinè per il caso Osimhen
I fondatori a Tuttosport: «I tifosi della Juventus, e non solo, devono sapere. Noi vogliamo un atteggiamento garantista verso tutte le società. Pretendiamo la parità di trattamento»

Ci Napoli 30/03/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Victor Osimhen
La Fondazione Jdentità bianconera porta avanti una querela contro il procuratore Figc: «Il popolo juventino, e non solo, chiede risposte». Tuttosport ha intervistato due avvocati Michele Patrisso e Massimo Durante, che sono a capo della fondazione, dove un socio, Michele Durante ha deciso di querelare Chiné sul caso Osimhen
«L’obiettivo? I tifosi della Juventus, e non solo, devono sapere, devono avere risposte e devono sapere della nostra esistenza. E qui ritorno su un punto cruciale: i supporters non sono soltanto dei clienti, perché se si stufano poi lasciano. Abbiamo tanti amici che non seguono più la squadra dal 2006: a loro non è stata raccontata la verità».
Ma cosa vi aspettate?
«Di capire. Perché ci sono alcune dichiarazioni che non tornano. Come quella a margine del convegno Sport e Legalità, del 2023. A proposito del caso Osimhen, dice: “Se io dovessi ricevere dei documenti, degli elementi, come ho avuto sulla Juventus, allora potrei riaprire il processo nei confronti delle altre società”. Per noi le prove ci sono. Peraltro, vogliamo e dobbiamo precisare che la querela è stata presentata prima dello scoop di Repubblica sul caso di Osimhen, con i messaggi tra i dirigenti del Napoli e quelli del Lilla. E questo fatto ne dimostra il fondamento».
Contestate, quindi, una «doppia velocità» di esecuzione della giustizia?
«È sotto gli occhi di tutti. Soprattutto dei tifosi, che chiedono a noi come sia possibile che qualsiasi cosa riguardi la Juventus venga trattata in questo modo. Lo dice pure Gravina in alcune dichiarazioni».
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Per voi c’è stato un atteggiamento garantista verso le altre società?
«Noi vogliamo un atteggiamento garantista verso tutte le società. Pretendiamo la parità di trattamento. Se ci viene raccontato, come fa Gravina, che la giustizia sportiva debba essere veloce, lontana dalle lungaggini dei procedimenti penali, noi ci aspettiamo che ci sia identico trattamento nei confronti di altre società».
Ci perdoni la curiosità: come mai il firmatario della denuncia è un 93enne? Sembra un rischio calcolato.
«Nessun rischio calcolato. Si tratta di una persona con estrema lucidità: rappresenta la volontà di milioni di tifosi, desiderosi di comprendere i motivi di questo silenzio. E non solamente tifosi bianconeri, prenda le dichiarazioni di Berruto, che non è certo juventino».
Perché cita Berruto?
«Più volte ha portato all’attenzione del Parlamento la necessità di una profonda riforma della giustizia sportiva per le evidenti storture nella sua applicazione. Ci sono anche le sue dichiarazioni in Parlamento tra gli allegati della denuncia e sono dichiarazioni pesantissime, perché è sotto gli occhi di tutti come la giustizia sportiva venga utilizzata contro il nemico di turno».
E chi era il nemico di turno tre anni fa?
«Andrea Agnelli».