Due ragazzini biondi con le maglie del City, mi guardano e fanno: uè papà, ma chillo è Mario Rui

Le penultime lettere di Mario Rui / Ero all'Etihad. Il papà, napoletano, mi ha spiegato: “Scusa Mario, sono i miei figli sono nati qua e tifano City”. Il calciatore svincolato è un uomo solo

genoa Mario Rui Napoli

Napoli 02/09/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Image Sport nella foto: Mario Rui

Le penultime lettere di Mario Rui n. 10

Cara signora Lucia,

come state? Vi voglio dire un fatto prima di tutto. Durante l’intervallo della partita di Champions, due ragazzini biondi con le maglie del City, mi guardano e fanno (a quello che credo fosse il padre): Uè, ma chillo è Mario Rui. Ero incredulo, questi due bambini, diciamo in età da medie, con le facce inglesi si rivolgevano a lui in napoletano. Mi avvicino e dico: Ma siete napoletani? L’adulto da lontano ride, loro arrossiscono. L’uomo mi dice: Scusa Mario, sono i miei figli sono nati qua e tifano City – non posso farci niente – ma come seconda lingua da abbinare all’inglese ho scelto il napoletano, l’italiano solo terza. Non tiferanno Napoli ma almeno sanno dire Afamocc’, suona molto bene rivolto ai tifosi avversari, che so del Liverpool o dell’Arsenal. Tu piuttosto che ci fai in mezzo ai tifosi del City? E a quel punto signora Lucia, ho dovuto specificare e dire di nuovo il fatto che ogni tanto mi nascondo per seguire il Napoli meglio senza invadere. Ci siamo salutati concordando sul fatto che il Napoli in dieci nel secondo tempo non avrebbe retto. E infatti.

Voi l’avete vista? A fine partita ho parlato col capitano e gli ho detto che non era solo colpa sua. Non è mai colpa di uno solo. Ha sbagliato Beukema con l’anticipo spaventato, ha sbagliato chi non è andato sulla seconda palla lasciandola a Foden e poi, sì, ha sbagliato Giovanni. Dico questo senza presunzione, il City ha giocatori fortissimi ed è normale avere un poco di paura. Ho telefonato a Elmas e gli ho detto: Uè, ma tu staje ‘n’ata vota ‘cca? Mi ha detto che è tornato anche per me. Vabbuò, signora Lucia, non diamo retta. Vi devo venire a trovare, magari dopo la partita con il Genoa. Lunedì stavate al Maradona? Io sono andato in curva, ma prima sono passato nello spogliatoio del Pisa a salutare Albiol, sta in gran forma il ragazzo. Che bello stare in curva, stavolta ero nella B, col Genoa andrò nella A. Dei ragazzi mi hanno chiesto cosa ne pensassi di Spinazzola, gli ho detto che ne penso bene, come mi ha insegnato Salvatore: è jucatore.

Col Pisa non è stata semplice, ma nemmeno così difficile, è stata strana. Poteva finire pure 4-0, ma gli errori in serie A si pagano e stavolta l’errore sul secondo gol loro è tutto di Giovanni (che lo sa) e si è incazzato più di Conte. Mi hanno detto che lunedì siete andata a manifestare per la Palestina, avete fatto bene, mamma mia e che forza che tenete Lucia, alla vostra età, manifestazione e partita nella stessa giornata. Spero che vi siate riposata in questi giorni. Sto leggendo un libro che si intitola Bryan, di uno scrittore che si chiama Jeremy Cooper, parla di un uomo solitario per scelta, che cede solo alla passione per il cinema dove va in pratica tutte le sere. La solitudine è brutta pure quando te la scegli tu, pure quando non lo sai. Il calciatore svincolato che non trova squadra, signora Luci’, è un uomo solo? È un Bryan a cui non resta nemmeno il cinema? Non lo so, non mi voglio affliggere. Mi piace comunque molto seguire la squadra, vedere i ragazzi che fanno. Domenica sera sarò puntuale a San Siro, mi aspetto una grande partita. Sono contento per il gol di Lucca, mi sembra un bravo ragazzo, mo’ dobbiamo vedere quanto forte è. Fare l’attaccante a Napoli è difficile, qua sono passati alcuni tra i più forti. Mo’ vi devo salutare, tengo una videochiamata con Callejón, dice che mi deve raccontare un sogno che ha fatto. Niente, siamo rimasti tutti napoletani. Poi vi dico che ha sognato, magari ci giochiamo i numeri. Vi abbraccio forte.
Vostro Mario.

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