Petrucci: «Io e Datome abbiamo imposto Gallinari a Pozzecco? Smentisco, non conoscete Pozzecco»
Il presidente della Federbasket al Corsera. Annuncia Banchi nuovo ct e dice: «Velasco può allenare qualsiasi sport, ha capacità psicologiche superiori»

Il sogno azzurro di un podio agli Europei di basket (manca da 22 anni) è stato fatto a pezzi domenica scorsa a Riga negli ottavi di finale più dai super poteri di Luka Doncic che dalla Slovenia. Subito dopo l’incontro, l’ultimo in azzurro di Danilo Gallinari, Gianmarco Pozzecco si è dimesso dal ruolo di commissario tecnico. Il Corriere della Sera ha intervistato il presidente della Federbasket Gianni Petrucci che ha individuato in Luca Banchi il prossimo ct In pole position per prendere il suo posto sulla panchina azzurra c’era Luca Banchi, che a sua volta ha appena chiuso l’esperienza da allenatore della Lettonia, altra esclusa eccellente agli ottavi del torneo continentale, e l’ex coach di Siena, Milano e Bologna sembra molto vicino alla nomina.
Presidente Petrucci, Luca Banchi sarà il nuovo coach azzurro?
«La strada pare tracciata. Posso dire solo che è un eccellente allenatore, uno dei migliori».
Incarico full time?
«Lo preferirei ma capisco che se un allenatore che ti piace è impegnato si possa adottare una soluzione diversa».
Il suo bilancio, degli Europei?
«Ci è mancato il finale, era già successo in passato. La Slovenia ha meritato: sono stati più bravi e più freddi di noi. Ma non siamo andati lontani dal passaggio del turno». «Gianmarco oltre che un bravo tecnico è una persona straordinaria a cui sono affezionato. Purtroppo, il risultato non è arrivato».
Si poteva gestire meglio la difesa azzurra su un Doncic del genere?
«Non ci riescono in Nba, non ci siamo riusciti noi. Avete visto cos’ha combinato e da dove tirava faccia a canestro? Fenomeno totale».
Il destino di Pozzecco sarebbe cambiato se fossimo passati ai quarti o andati ancora avanti?
«Il contratto era scaduto, chiuso a prescindere».
Si parla di interferenze tecniche: Gallinari sarebbe stato imposto al coach da Datome con il suo supporto, presidente.
«Smentisco questa voce».
Non ci crede nessuno, presidente…
«Vuol dire che non si conosce Pozzecco: nessuno gli impone niente».
La rinuncia di Donte DiVincenzo alla convocazione è sembrata un gran pasticcio.
«Capisco i sorrisi, capisco le battute. DiVincenzo fino all’ultimo momento ci ha detto che veniva, è andato a Chicago a giurare per la nazionalità dopo che avevamo mosso mari e monti per ottenerla. Come si poteva pensare al problema al piede? Comunque, l’infortunio è reale».
Le azzurre del volley e Julio Velasco hanno trionfato ai Mondiali. Un pizzico di invidia?
«Mai: non si invidia un fenomeno. Velasco è uno che può allenare qualsiasi club e qualsiasi sport perché ha un background straordinario e capacità psicologiche superiori».
Per 14 anni lei ha guidato il Coni. È stato decisivo insieme a Gravina e Carraro nella elezione alla presidenza di Luciano Buonfiglio. Che aria tira nei rapporti tra sport e politica?
«L’atmosfera è buona e, detto che sono amico di Malagò, credo che l’operazione che abbiamo messo in piedi io, Gravina e Carraro per sostenere Buonfiglio e con lui il segretario Mornati sia stata giusta».
E se a fine anno Sport e Salute le dicesse: caro Petrucci, il volley ha vinto i Mondiali, il tennis oltre a due Slam ha moltiplicato i tesserati, lei è stato eliminato agli ottavi degli Europei per cui il suo contributo pubblico si ridurrà.
»Salirei sulle barricate per spiegare il lavoro che facciamo, come non si può paragonare una disciplina a un’altra, quanto costano gli ingaggi del basket e il livello di difficoltà per qualificarsi a un Mondiale rispetto ad altri sport. Ma non sarà necessario».