Battaglia legale sui risarcimenti di 500 euro chiesti da Dazn: «Sul pezzotto mica c’è solo Dazn, da dimostrare il danno reale»

L'avvocato sentito da Repubblica: "Quella è solo una minaccia di fare causa. Poi dovrebbe dimostrare che l'utente ha davvero visto la partita, sul pezzotto non c'è mica solo Dazn"

dazn, Serie A

Milano 25/04/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Hellas Verona / foto Image Sport nella foto: stemma Dazn

Battaglia legale sui risarcimenti a Dazn: «Dovrà dimostrare il danno reale, 500 euro richiesta sproporzionata»

Prima la multa, poi la richiesta di pre-risarcimento danni di Dazn: le lettere inviate da Dazn a circa duemila utenti del pezzotto, già individuati e puniti dalla Guardia di Finanza hanno, come prevedibile, scatenato una sequela di pareri legali. Perché non ha intentato causa per ottenere un risarcimento: ha chiesto a persone che già hanno “pagato” di dargli 500 euro per chiuderla in maniera bonaria, minacciando altrimenti di trascinarli in tribunale. Si può fare?

Sull’argomento è intervenuto l’avvocato Stefano Aterno, legale di Dazn, in un’intervista rilasciata a Gazzetta.it. Lui dice che sì, si può fare: “Dazn, così come altri broadcaster, è parte offesa in un procedimento cui ha dato impulso e nel quale gli accertamenti degli inquirenti hanno portato a delle sanzioni amministrative. Normale, dunque, che possa avere accesso ai dati dei sanzionati per tentare di rivalersi su di loro. E’ una palese violazione del diritto di autore, un po’ come successe nella musica con Napster a inizio anni Duemila. Dazn, come Sky o Amazon, sostiene dei costi per garantirsi il diritto a trasmettere in esclusiva un evento. Piratando la visione di una partita di calcio, i soggetti che creano la piattaforma illegale (spesso legati a vere organizzazioni criminali), così come gli utenti, creano un danno diretto ai broadcaster, che poi a cascata ha conseguenze su tutto il sistema”.

Dazn e le zone d’ombra della richiesta risarcimento danni

Repubblica invece ha interpellato Umberto Maria Del Noce, avvocato, esperto di diritto d’autore. Il quale conferma che “la richiesta della pay tv è in sé legittima” ma con una serie considerevole di “ma”.

Vedo nella sua iniziativa delle zone d’ombra – spiega – La Guardia di Finanza invia a Dazn i dati dei multati con il nulla osta delle Procure che indagano sul pezzotto. Ora, l’invio dei dati giudiziari può avvenire quando la parte lesa avvia effettivamente un’azione di risarcimento. La tv per il momento si limita a inviare delle lettere che sono parte di una campagna dissuasiva. Quindi bisognerà verificare se sia legittimo l’invio a Dazn di dati giudiziari con questa finalità. I dati giudiziari, sensibili, sono sottoposti alle rigide normative sulla riservatezza”.

Non solo, secondo l’avvocato se anche Dazn andasse a causa con gli utenti “dovrà dimostrare di aver subito un danno e di quale entità. Le piattaforme pirata, in genere, vendono un pacchetto di contenuti. Nei pacchetti ci sono tante televisioni a pagamento, da Disney+ a Netflix. Poi c’è anche Dazn. In sede giudiziaria, Dazn dovrà provare che l’utente pirata ha effettivamente visto – con i film e le fiction delle altre televisioni – anche le sue partite. Una cosa è il danno reale, altra cosa è il danno probabile”.

E quindi cinquecento euro potrebbero essere una richiesta sproporzionata. Dazn ha sbagliato se ha inviato lettere tutte uguali, con un’identica richiesta di indennizzo, prescindendo dai diversi comportamenti individuali”.

Il suo consiglio a chi ha ricevuto la lettera? “Probabilmente gli direi di non rispondere. Aspetterei di vedere se effettivamente Dazn avvierà una causa con finalità risarcitorie”.

Correlate