Ha fatto fuori Cristante e Immobile (sempre titolari nelle loro squadre) e si è affidato a chi aveva giocato una manciata di minuti
L’editoriale della Gazzetta su Italia-Ucraina 2-1.
Il tecnico ha innanzitutto un merito: aver cambiato subito ciò che non andava. Se nelle scelte con la Macedonia era sembrato volersi affidare alle vecchie certezze azzurre e agli uomini che giocano sempre nelle loro squadre (vedi ad esempio Cristante e Immobile), nella seconda e decisiva prova ha tirato fuori dal cilindro un paio di spallettate, schierando due giocatori che finora avevano collezionato solo una manciata di minuti in campionato (Raspadori – che conosce bene – e Frattesi).
Raspadori ha tecnica e personalità. Da falso nove, ma sarebbe meglio definirlo “mezzo nove”, consente gli inserimenti delle mezzali molto più di un centravanti classico, però in certi momenti della partita si avverte l’assenza di un uomo d’area. Il che però non rappresenta un problema, perché può spostarsi esterno a sinistra nel 4-3-3 o dietro la punta nel 4-2-3-1.
