La sindaca afghana minacciata dai talebani: «Desidero vivere e morire da eroe»

Avvenire intervista Zarifa Ghafari: «Voglio essere ricordata così dalla mia gente». Hanno sparato alla sua auto. Il Nyt: «È nel suo ufficio, aspetta di essere assassinata».

zarifa

Su Avvenire una bellissima intervista a Zarifa Ghafari, prima sindaca donna di una città afghana, e anche la più giovane, a soli 28 anni. E’ stata eletta su 138 candidati. Unica donna. Gli uomini le impedirono di entrare nel palazzo municipale, ma lei, dopo cinque mesi, tornò e disse:

«Sono qui, questo il mio posto e qui resterò».

Ha studiato in India, ha alle spalle un grande impegno civile, è fondatrice di una omg di assistenza e promozione delle donne afghane.

Amministra Maidan Shar, città a 50 chilometri da Kabul. 300mila abitanti e una sola scuola superiore.

«Le studentesse sono un centinaio. L’80 per cento delle donne di Wardak non è istruito. Nella mia amministrazione ho scelto due donne, agli Affari finanziari e alle Questioni femminili, ma la mentalità è ostile, soprattutto nelle aree rurali le donne non sono accettate nella società».

Zarifa non è ovviamente amata. Il 22 marzo mentre era in macchina, a Kabul, dove vive (perché ritiene Maidan troppo pericolosa), la sua auto è stata colpita da alcuni colpi di pistola.

«Ma io non mi arrenderò mai».

Dice, parlando dell’esempio che ha avuto: sua madre.

«Mi ha avuta a 16 anni, sono la prima di otto fratelli e oggi è una dottoressa. Ho sempre pensato che avrei voluto essere come lei: una ambasciatrice di speranza, un esempio di cambiamento possibile».

Intanto è lei ad essere un modello per le giovani afghane. Presiede una stazione radio dedicata
all’emancipazione femminile. Il 4 marzo, a Washington, vestita con un abito ricamato tradizionale, ha ricevuto il premio International Woman of Courage del Dipartimento di Stato.

«Avverto l’orgoglio e la responsabilità di essere un modello. Sento intorno a me il supporto di molti e desidero esserne all’altezza lavorando al meglio delle mie possibilità».

Sulle donne:

«Noi non vogliamo restare indietro, noi sappiamo cosa è meglio per il nostro Paese. Ma la mentalità dei taleban è quella di sempre: non accettano la Costituzione della nostra Repubblica, non accettano le nostre forze di sicurezza, non accettano un ruolo per le donne».

Il New York Times, ad ottobre, ha scritto di lei:

«La sindaca che aspetta di essere assassinata nel suo ufficio».

Ma Zarifa non ha paura. Va avanti.

«Desidero vivere da eroe perché quando la vita finirà, la mia gente mi ricordi così. Desidero anche morire da eroe, lavorando sempre di più, di più, di più per la mia gente, per il mio Paese».

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