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Il Cosenza ritira la maglia numero 8 che fu di Bergamini

La riapertura delle indagini per la morte del centrocampista. L’avvocato ha ottenuto la riesumazione del cadavere: «Non fu un incidente stradale»

Il Cosenza ritira la maglia numero 8 che fu di Bergamini

La riapertura delle indagini

La riapertura delle indagini per la morte di Denis Bergamini, avvenuta nel 1989, ha riacceso i riflettori sulla morte dell’allora ventisettenne calciatore del Cosenza. Per la giustizia italiana è stato un suicidio. Almeno fino a oggi. La riesumazione del cadavere potrebbe portare a un’altra verità. Nel frattempo, anche per mostrare la propria vicinanza alla famiglia, il Cosenza ha deciso di ritirare la maglia numero 8. In attesa della verità. La sua morte è ufficialmente avvenuta per un incidente stradale. Secondo la famiglia, Denis era già morto, quando venne travolto da un camion sulla statale 106.

L’ex fidanzata e un camionista

Da sempre, i due sospettati sono il camionista Raffaele Pisano e la fidanzata di allora Isabella Internò. Il sospetto è che Bergamini si fosse rifiutato di sposare la sedicenne Isabella che allora sarebbe rimasta incinta. In settimana, l’avvocato di Bergamini Fabio Anselmo ha rilasciato dichiarazioni a Radio Cusano Campus.

Dopo la riesumazione la salma di Denis ha già iniziato a parlarci, perché il corpo nonostante siano passati 28 anni è in buone condizioni. Abbiamo avuto conferme sul fatto che sicuramente non si trattò di un incidente o di un suicidio: Denis Bergamini fu ucciso e chi lo uccise simulò un incidente stradale. Gli accertamenti sul corpo proseguono e noi vigileremo attentamente sugli esami e staremo molto attenti sui successivi sviluppi, perché abbiamo capito che sull’omicidio di Denis si sono innescate logiche inquietanti. Aggiungo che dai primi accertamenti emerge che solo una parte del corpo di Denis, il bacino, è devastata, il resto è integro: questo significa che il corpo è stato sormontato lentamente dal camion e poi è stata fatta evidentemente una manovra di leggera sterzata sopra il bacino e successivamente il camion è arretrato; ecco perché non si può assolutamente parlare di investimento. Riteniamo inoltre che quando è successo questo, Bergamini fosse già morto o comunque agonizzante. Mi sento quindi di poter dire che siamo vicini alla verità, anche perché oggi, finalmente, da parte della Procura di Castrovillari c’è la volontà di arrivare alla verità, una volontà che non c’è mai stata prima

 

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