L’Inter è in difficoltà economica, ed è costretta a cedere alcuni dei suoi migliori calciatori per fare mercato. lo spiega benissimo la Gazzetta dello Sport, lo intende Thohir nelle dichiarazioni programmatiche rilasciate prima dell’arrivederci all’Italia dopo la finale di Champions League giocata a Milano.
Il presidente nerazzurro dice di «voler essere chiaro con i tifosi» e ribadisce i concetti che faranno da base per la costruzione del nuovo organico: «Faremo una rosa di 16-17 elementi, integrata dai migliori della nostra squadra Primavera. Dobbiamo mostrare la realtà dei fatti ai nostri supporter». Ovvero, l’Inter deve vendere per comprare (e rispettare i parametri del fair play finanziario, e ripagarsi il mercato dell’estte del 2015 fatto coi pagherò).
Nomi importanti e meno importanti, in uscita. Tra quelli meno di grido, ecco il probabile addio di Ranocchia, Dodò, Laxalt, Andreolli e Santon. Roba tranquilla, che non dovrebbe infastidire troppo i tifosi. Anzi. Idem dicasi per Felipe Melo, il cui lauto ingaggio (pur ridotto rispetto alla cifra folle percepita al Galatasaray) non può più essree sostenuto dalle casse nerazzurre. Probabilmente saranno accolte meno bene le cessioni top che si prospettano, quelle di Brozovic e Murillo, indubbiamente due tra i migliori calciatori della stagione nerazzurra. Per il croato (valutazione di 35 milioni e contratto modesto, da 1,2) si parla di Arsenal e Atletico Madrid, mentre per il centrale colombiano ci sarebbe l’interesse ancora dell’Arsenal, ma anche del Leicester di Ranieri.
«Siamo passati da 160 a 180 milioni di fatturato, il trend è positivo. Finché non arriveremo a 230, saremo un club che compra per rivendere. Solo dopo, potremo pensare diversamente, anche se abbiamo l’obbligo di mantenere il monte ingaggi sotto il 50% del fatturato». Parole e musica di Erick Thohir. Forse, non proprio quelle che i tifosi dell’Inter avrebbero voluto sentire.