In inglese, si utilizza il termine clean sheet. Porta inviolata, in italiano. Per la 16esima gara stagionale su 32, Reina (Gabriel in tre partite di Europa League) e la sua difesa lasciano a zero lo score avversario. Quindi, il 50% delle partite del Napoli termina con nessuna rete al passivo. Un risultato eccezionale, soprattutto rapportato al rendimento difensivo delle ultime due stagioni azzurre, roba da 57 gol subiti (17 clean sheet totali) nel 2013/2014 e addirittura da 73 reti al passivo (18 clean sheet totali) nella stagione 2014/2015.
L’inserimento di Reina e Hysaj, con l’aiuto di Chiriches, è bastato a Sarri per rendere finalmente solido un reparto apparso sempre in balia degli eventi nelle due annate di gestione Benitez. Un reparto che non teme confronti con le altre squadre non solo del campionato italiano, ma di tutto il Vecchio Continente del pallone: se la difesa azzurra è la seconda meno battuta della Serie A (19 gol subiti, di cui 7 in 6 partite dalla 17esima giornata alla 22esima, 15 per la Juventus), regge il paragone anche con quella delle altre superpotenze. Un’analisi dei clean sheet delle grandi squadre dei campionati europei vive su percentuali simili a quella degli azzurri: stesso risultato per il Real Madrid, che ha tenuto inviolata la propria porta in 15 partite sulle 30 stagionali; ancora peggio ha addirittura fatto il Barcellona, che in 35 partite tra Liga, Copa del Rey e Champions League ha messo insieme 16 clean sheet su 35, per una percentuale del 45,71%. Meglio del Napoli, invece, hanno fatto il Bayern (19 partite senza subire gol su 29 stagionali), l’irraggiungibile Psg (23 clean sheet su 35 partite, 5 su 6 in Champions League) e la Juventus di Allegri, che in 33 partite stagionali ha visto uscire imbattuti Buffon e Neto in 18 occasioni, per una percentuale del 54%. In linea con il Napoli, ma leggermente meglio, anche a causa dell’eccezionale filotto di questo girone di ritorno: zero gol subiti in 5 partite, da Udinese-Juventus alla sfida di oggi in casa del Frosinone.
