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Calvo (ex Juventus) spiega il sistema biglietti ai pm: «Li regalavamo agli ultras per stare sicuri»

L’ex direttore commerciale ha spiegato il sistema ai pm per l’inchiesta Juventus-ultras-’ndrangheta sul bagarinaggio.

Calvo (ex Juventus) spiega il sistema biglietti ai pm: «Li regalavamo agli ultras per stare sicuri»
Andrea Agnelli e Francesco Calvo

C’è voluto quasi un mese ma alla fine sono spuntate le dichiarazioni rese da Francesco Calvo, ex direttore commerciale della Juventus ora al Barcellona, ai pm per l’inchiesta sui rapporti tra la società, gli ultras e la ’ndrangheta. In genere nel giornalismo italiano, i verbali degli interrogatori purtroppo spuntano in tempo reale. Pessima abitudine, ovviamente. Per Calvo, al centro anche di un triangolo amoroso che di fatto ha decretato la sua partenza dalla Juventus, l’attesa è durata quasi un mese.

La Stampa riporta le sue dichiarazioni. Calvo spiega il compromesso tra Juventus e ultras: «Per garantire una partita sicura, cedevo sui biglietti, sapendo bene che facevano business. L’ho fatto perché ho ritenuto che la mediazione con il tifo organizzato, del cui ambiente mi erano note aggressioni anche con armi, minacce ed altro, fosse una soluzione buona per tutti».  

Lo ha detto al pubblico ministero Paolo Toso, uno dei magistrati che sta indagando sulle infiltrazioni della criminalità organizzata tra i gruppi ultras bianconeri e il business del bagarinaggio legato ai Dominello che, secondo gli atti dell’inchiesta “è espressione della ’ndrangheta di Rosarno in Piemonte». Un’inchiesta iniziata due anni fa e che ha vissuto un momento tragico un mese fa col suicidio di Raffaele Bucci esponente degli ultras della Juve che si è ucciso dopo essere stato interrogato dagli inquirenti.

Calvo ha parlato del problema sicurezza. «I tifosi desideravano uno stadio sicuro, i biglietti non erano regalati ma venduti. Mi è sempre dispiaciuto che ciò sottraesse disponibilità di acquisto di biglietti al pubblico e non ho avuto il coraggio personale di trovare altre soluzioni per fronteggiare i tifosi di quel genere. So bene – ha aggiunto Calvo – che si permetteva ai tifosi di comprare biglietti in quantità superiore a quella consentita dalle norme, che è di quattro biglietti a persona». Ha spiegato che due manager della Juve era addetti alla mediazione con gli ultras.

Di Dominello, che sarebbe l’anello di congiunzione tra gli ultras e la ’ndrangheta, Calvo ha detto: «La mia sensazione è che avesse un ruolo di equilibrio, non un ruolo di capo ultras, parlava con i gruppi. Non mi dava preoccupazioni per l’ordine pubblico. Mi facevano preoccupare i Bravi Ragazzi o i Viking…». Alla domanda degli investigatori – come riporta La Stampa – «Vi siete mai chiesti da dove derivasse questa capacità di influenza a favore dell’equilibrio»? ha risposto: «No, non ce lo siamo mai chiesti più di tanto».  

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