Una raccolta fonda online paga la sanzione comminata dall’Uefa e offre un grosso contributo a organizzazioni no profit palestinesi.
La bandiera bianca, nera, verde e rossa sugli spalti di Hampden Park prima e durante la sfida tra i biancoverdi di Glasgow e l’Hapoel Be’er Sheva, club israeliano arrivato fino ai playoff di Champions League. Dopo, una raccolta fondi per la Palestina. La tifoseria del Celtic Glasgow, club campione di Scozia, continua nella sua “battaglia” di politica internazionale e arriva a raccogliere 90mila sterline per la causa palestinese. La cifra avrebbe un duplice valore: 15mila sterline per coprire la sanzione Uefa, che identifica la bandiera palestionese come “striscione non consentito”; il resto saranno divisi tra il Map, comitato per gli aiuti medici ai palestinesi e il Centro Lajee, associazione culturale palestinese situata nel campo profughi di Aida, alla periferia di Betlemme.
La campagna di donazioni è avvenuta online, grazie al lavoro della Green Brigade, gruppo della tifoseria organizzata. Una vera e propria ritorsione contro la Uefa, definita come «organo che ha compiuto un atto politico e politicamente di parte».