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Il metodo Fenoglio, un maresciallo capo nella Bari degli anni Novanta

È ultima creatura di Rai Fiction. Si comincia lunedì 27 su Rai Uno. Con Alessio Boni che si innamora della prof Giulia Bevilacqua

Il metodo Fenoglio, un maresciallo capo nella Bari degli anni Novanta

Il metodo Fenoglio, un commissario capo nella Bari tentacolare degli anni Novanta

Chi, come me, ha ancora negli occhi la splendida interpretazione teatrale di Alessio Boni ne “Il visitatore” con la regia di Valerio Binasco – e con Haber come contraltare attoriale – attende con grande curiosità la sua prova nella neonata fiction Rai “Il metodo Fenoglio” ultima creatura di Rai Fiction della direttrice partenopea, la scrittrice, Maria Pia Ammirati. C’è poi da considerare che uno dei libri – narrativi – più belli sul fenomeno mafioso che ho letto è proprio “L’estate fredda” di Gianrico Carofiglio che dà il titolo alla prima puntata – in onda lunedì 27 novembre su Rai Uno in prime time – perché proprio da quella trilogia – Einaudi – è stata tratta l’intera serie. Due indizi che già ci danno una prova perché Carofiglio partecipa sia al soggetto, sia alla sceneggiatura, affiancato nel primo caso da Doriana Leondeff e da Antonio Leotti e nel secondo – insieme a quest’ultimi – anche da Oliviero Del Papa.

Il regista della serie – quell’Alessandro Casale che ha preso il posto del compianto Alessandro D’Alatri nella conduzione delle migliori serie di Rai Fiction – saprà restituirci per immagini l’atmosfera di quella Bari dell’inizio degli anni ’90 che era prega del messaggio mafioso più efferato che faceva il paio con quella dei Nuvoletta in Campania o con – più propriamente – quell’altro di Cosa nostra in Sicilia?

Pietro Fenoglio (Alessio Boni) è un maresciallo-capo dell’Arma che nella sua vita avrebbe voluto fare altro – magari del cinema – e per uno strano caso del destino si trova catapultato in questa Bari con poco sole che riscalda gli animi. S’innamora di una prof di Lettere – figura di donna già indipendente per quei tempi – Serena Morandi (Giulia Bevilacqua), proprio in quel frangente – 27 ottobre 1991 – in cui il Teatro Petruzzelli fu bruciato ad arte, e decide di restare al Sud senza aperture di aziende o sgravi fiscali. Fenoglio si muove nella casbah barese – aiutato dall’appuntato cinquantenne con pancetta Antonio Pellecchia (la garanzia Paolo Sassanelli) – con la pazienza di un Maigret abituato ai dettagli, cercando anche un’empatia con i mafiosi di turno per comprenderne anche il sostrato sociologico.

Nel pool antimafia del capoluogo pugliese Fenoglio andrà sempre più in contatto con la giovane pm Gemma D’Angelo (Giulia Vecchio) ed anche questo rapporto crescerà con il tempo. Anche il dubbio del carabiniere sabaudo – parentele con il famoso personaggio di Sciascia, il capitano Bellodi? – servirà a fare tornare la luce nella città barese strozzata dalla morte della società civile. Andiamo a vedere…

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