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A questo punto proverei Raspadori difensore centrale

Confesso di non capire Garcia. Temo che questo Napoli non sia un temporale estivo ma un inizio di novembre

A questo punto proverei Raspadori difensore centrale
Mg Genova 16/09/2023 - campionato di calcio serie A / Genoa-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Giacomo Raspadori

‘A pucundria.

Vincere il campionato è stata un’altra cosa divertente che non faremo mai più? Speriamo di no, ma intanto ci siamo seduti al tavolo della pucundria, un tavolo grigio, posto al centro di una stanza cupa. E a questo tavolo stanno seduti i calciatori, l’allenatore, il presidente – si capisce – a capo tavola, a tutti i capo tavola che possiamo immaginare. Mi sento avvolto in questo lenzuolo pucundriaco che mi copre con un manto, come quando sale la nebbia (ma non stavamo a Napoli, scusate?). No, non si tratta di pessimismo, figuriamoci, siamo agli inizi forse non è successo niente, eppure pare che tutto sia accaduto, tutto sia definito. Il regno delle frasi fatte e dei gol sbagliati incombe su di noi, come una sostituzione di cui non capiamo il significato, come un cambiamento climatico di cui davvero non sapevamo nulla. Questa fase negativa del Napoli non mi pare un temporale estivo, mi pare un inizio di novembre con tutti i crismi: cielo coperto, pioggia sottile, umidità, uallera. Per vedere un poco di luce si deve alzare un vento come si deve e non quella timida brezza che pure ha soffiato domenica a Bologna. Vincere di nuovo è molto difficile ma chi se lo aspettava un autunno così, vorremo almeno divertirci ancora e stare là a giocarcela.

Il mio piede sinistro, lo ricorderete, un bellissimo film con Daniel Day Lewis, da quest’estate (a Napoli) è diventato l’argomento decisivo riguardo la difesa del Napoli. E questa cosa che va avanti da mesi è un’altra vicenda (non così divertente) che non ho capito. Il difensore più forte del campionato scorso va via a luglio – ma lo si sapeva da molto prima – giocava come centrale di sinistra, ma attenzione era destro naturale. Ops. Ovviamente, ma lo abbiamo scoperto strada facendo, era talmente forte che nessuno ha fatto più caso al fatto che un centrale di sinistra fosse destro. Non staremo qua a perdere tempo ricordando tutti i difensori che il Napoli avrebbe dovuto prendere e non ha preso (ammesso che li abbia davvero cercati), tutti con il piede sinistro forte. A un certo punto è arrivato Natan, che ieri ha giocato una buona prima partita, Natan inesperto, Natan chissà, Natan di prospettiva, Natan sinistro. Questa storia del sinistro ha fatto sì che giocasse le prime partite da titolare Juan Jesus, che fa del suo meglio, il meglio che può fare uno che non è titolare. Però Juan Jesus è mancino, perciò da quel lato o lui o Natan, a destra Rrahmani o Ostigard, non sia mai che uno di questi giochi a piede invertito. Tutto questo per dire – e deve essere un limite mio – che io non ho mai saputo quale sia il piede naturale di un difensore centrale; sta in mezzo e se è bravo – guarda Kim – gioca anche dalla parte (tra virgolette) non sua. Eh, ma Kim era bravo, e infatti il punto è questo, il difensore centrale deve essere bravo, non sinistro naturale, non per forza. Ora noi, speriamo che Natan e il suo piede sinistro siano bravi.

Continuo a non capire Garcia, mi rendo conto di aver detto, scritto o pensato spesso “non ho capito” dopo queste prime partite della stagione; si vede che davvero non sto capendo. Domenica pomeriggio non ho capito Raspadori, che a questo punto proverei come difensore centrale. Non ho capito perché Lobotka debba essere retrocesso a centrocampista semplice. Non ho capito la poca intensità – vista solo a tratti – seppure il Napoli abbia giocato benino. Non ho capito i cambi. Più di tutti quello di Kvara, che stava andando in crescendo, ha giocato meglio il secondo tempo del primo, facendo rivedere qualcosa del Kvarachesimo. Ha impegnato portiere e difensori, ha provocato il rigore poi calciato a Piazza Maggiore da Osimhen (vabbè, esagero ma è per sorridere). Si tratta di una partita da vincere, che si potrebbe vincere e tu togli il giocatore più forte, poi per carità, che nessuno tocchi Elmas, ma non era il suo momento, non al posto di Kvara. Poi togli Osimhen. Uno scuote la testa, l’altro ti manda a cacare, sarà che pure loro non stanno capendo? Forse sì. Perché forse un cambio, un qualunque cambio, ha senso se modifichi anche qualcosa nell’assetto tattico, altrimenti non succede niente, e infatti non è successo più niente.

Non ho capito perché abbiamo tirato così poco in porta, non ho capito. E quindi mi avvolgo nel mio lenzuolo della pucundria almeno fino a mercoledì. Stringo il lenzuolo. Dopo molto tempo, guardando la partita di ieri, mi sono tornate in mente, tutte quante, una sopra l’altra, le domeniche della vita guastate da una squadra di calcio. Sono assai eppure siamo sempre qua, sembriamo sempre mia nonna che durante il mese di maggio ripeteva il rosario tutte le sere, con il suo latino surreale, anche quando la demenza senile cominciava a farsi strada. Perciò mercoledì sera saremo di nuovo là, pronti a divertirci o a farci intossicare la cena.

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