A Gazzetta: «Spalletti ha sempre un occhio di riguardo verso quelli che giocano di meno, perché tutto parte dalla costruzione del gruppo».
Totò Di Natale, attaccante classe ’77, nato a Napoli ha fatto la storia dell’Udinese, dove ha giocato dal 2004. Di Natale ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui parla del rapporto con Spalletti, conosciuto nella primavera dell’Empoli.
«Prima di ritrovarlo a Udine, l’ho avuto a Empoli, dove lo vedo ancora oggi, mi fece debuttare in B dalla Primavere. Gli devo tantissimo. A lui e a Marco Domenichini che per me è un secondo padre».
Spalletti porta nelle sue squadre professionalità e lavoro. Di Natale sottolinea l’impresa del club di De Laurentiis, che grazie alla sinergia tra tecnico e presidente è riuscita a raggiungere un obiettivo che non è facile, in città: vincere. Di Natale conosce bene l’ambiente in cui è nato.
«Ha una cultura del lavoro impressionante. Tatticamente è un fenomeno. Non lascia niente al caso. E ha sempre un occhio di riguardo verso quelli che giocano di meno, perché tutto parte dalla costruzione del gruppo. E mi sembra che a Napoli ci sia riuscito. Non è facile vincere nella mia città. Lui ci sta riuscendo anche grazie alla sinergia con Aurelio De Laurentiis che si è dimostrato un grande presidente. Uno che sa il fatto suo. Insieme hanno fatto qualcosa di straordinario».
Di Natale su Osimhen:
«Mi piace moltissimo per come attacca la profondità. E’ un attaccante completo. Ma sa che, guardandolo, e ripensando al passato, a me ricorda Vincenzo Iaquinta per come dà profondità. Poi Osimhen dà sempre fastidio ai centrali avversari».
Ancora su Spalletti e i risultati a Udine:
«Arrivammo quarti, qualificandoci per la Champions League. terzi. Io credo che l’Udinese in questi anni, con la gestione di Gianpaolo Pozzo, abbia fatto davvero risultati straordinari, visto che è da quasi 30 anni in serie A, ma quegli anni nostri, fatti con Spalletti e poi con Francesco Guidolin credo sarà difficile che possano tornare».