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La decisione di Santoriello era l’unica possibile per chi ha a cuore l’inchiesta Prisma

Di buon senso il passo indietro. È un’inchiesta che riguarda la credibilità del calcio italiano. Meno ombre e chiacchiericcio oggi per essere più inflessibili domani

La decisione di Santoriello era l’unica possibile per chi ha a cuore l’inchiesta Prisma
Juventus FC sports director Fabio Paratici (L) and Juventus FC chairman, Andrea Agnelli (R) attend the Italian Serie A football match Parma vs Juventus on August 24, 2019 at the Ennio-Tardini stadium in Parma. (Photo by Marco Bertorello / AFP)

Il 7 febbraio scrivemmo sul Napolista un articolo intitolato “Santoriello ha fatto un torto a chi desidera un calcio migliore”, in cui definimmo inopportune le sue parole da tifoso (sia pure precedenti all’inchiesta) sulla Juventus e ovviamente evidenziammo che avrebbero indebolito l’inchiesta Prisma. Sia chiaro, scrivemmo delle ovvietà. Come dire che due per due fa quattro. Ma non in un Paese in cui tutto deve trasformarsi in una corrida, e dove pare si debba essere sempre partigiani e tifosi in ogni campo della propria vita. Ti chiami il Napolista e quindi deve starti bene un processo alla Juventus in cui il pm dichiara la propria viscerale avversione per la Juventus. Per dirla con le parole della buonanima di Oscar Luigi Scalfaro, nome molto caro ai fedelissimi dei pm: “non ci sto, non ci sto”. Ora che il pubblico ministero ha deciso di fare un passo indietro, non possiamo che prenderne atto con soddisfazione.

Anche perché ci sta molto a cuore l’inchiesta Prisma messa in piedi anche grazie al lavoro di Santoriello che tra l’altro è magistrato pressoché unanimemente stimato (e non capita spesso). Ci sta a cuore soprattutto per la serietà e la credibilità del calcio italiano che, diciamolo, dal punto di vista del rispetto delle regole e della stabilità economico-finanziaria, non se la passa benissimo. È un’inchiesta penale piuttosto importante, che può far luce su aspetti inquietanti dell’ultimo decennio del calcio italiano e in particolare del club che quel decennio lo ha dominato: la Juventus. Crediamo fermamente che i processi penali non siano come le partite di calcio, non abbiano bisogno di tifoserie organizzate sulle tribune. È un processo che riguarda la Juventus e la credibilità del calcio italiano,

E poi, da Napolista, francamente ci infastidisce che figure istituzionali di rilievo palesino il loro tifo per il Napoli e contro la Juventus. Il Napoli e gli appassionati del Napoli non c’entrano niente con questo processo. Non è una questione privata, è importante ribadirlo. Ci interessa però sapere se e in che modo siano state alterate le regole del gioco e della concorrenza. Proprio per essere più inflessibili e rigorosi dopo, ci battiamo prima per un processo che sia il più giusto possibile.

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