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«Il doping? Un tempo non c’erano le regole di oggi ma andiamoci piano prima di lanciare allarmi»

Alla Domenica Sportiva il presidente della commissione antidoping Figc, Capua: «Gli integratori di un tempo sono a rischio, non erano cose certificate»

«Il doping? Un tempo non c’erano le regole di oggi ma andiamoci piano prima di lanciare allarmi»
1988 archivio Storico Image Sport / Sampdoria / Gianluca Vialli / foto Imago/Image Sport

Il dibattito sul doping e sulle morti di tanti calciatori per tumore, dopo la scomparsa di Mihajlovic e Vialli, è approdato anche alla Domenica Sportiva, su Rai 2. Ieri sera ne ha parlato Pino Capua, professore specializzato in Medicina Nucleare e Medicina dello Sport e presidente della commissione Antidoping Figc. Ha risposto ai dubbi di tanti calciatori, come quelli espressi nei giorni scorsi da Dino Baggio. In particolare, Capua ha parlato del Micoren. Il medicinale oggi è vietato, per fortuna, ha dichiarato Capua. Le regole, oggi, sono molto diverse da quelle di un tempo. Capua ha sottolineato anche la pericolosità degli integratori: sono effettivamente pericolosi, come è emerso ai tempi del Nandrolone. Ma l’invito è ad andarci piano prima di lanciare allarmi che possano creare preoccupazioni. La morte di Sinisa e Vialli, dice Capua, non c’entra niente.

Queste le sue parole sul doping alla Domenica Sportiva.

«Il Micoren grazie a dio è vietato, ai tempi non lo era. È un analettico del respiro, cioè effettivamente è un cardiotonico che veniva utilizzato per aiutare i giocatori in difficoltà, non c’erano le stesse regole, non c’erano le stesse leggi e l’antidoping era leggermente diverso rispetto ai progressi che attraverso la Figc sono stati fatti. Gli integratori effettivamente sono a rischio, perché un’invasione di integratori contaminati ci fu ai tempi del Nandrolone se ricordate, quando questa sostanza più o meno sconosciuta che era un anabolizzante veniva mischiata ad integratori che erano apparentemente normali e allora lì ci si rese conto che i rischi provenivano da cose non certificate. Nessuno poteva sapere cosa ci fosse dentro questi integratori, ma ci andrei con i piedi di piombo, non lanciamo allarmi che possono creare preoccupazioni a distanza di 40 anni la morte di tante persone, compresi Sinisa e Vialli non c’entra niente».

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