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Tardelli: «Non capisco il giudizio che oggi si dà sui tecnici. Come si fa a dire che Allegri non è bravo?»

Alla Gazzetta: «Giudichiamolo alla fine della prossima stagione. Questa non era la sua Juve, la prossima sì. Mou e Ancelotti hanno un gioco tanto diverso?» 

Tardelli: «Non capisco il giudizio che oggi si dà sui tecnici. Come si fa a dire che Allegri non è bravo?»
Db Torino 13/05/2014 - finale Europa League / Siviglia-Benfica / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Marco Tardelli

La Gazzetta dello Sport intervista Marco Tardelli. Il tema è la Juventus. Il club di Agnelli è diverso dal Milan, non ha tempo per ricostruire, deve vincere.

«La Juve non ha più tempo di aspettare. Ha alcuni giovani, ha preso Vlahovic, ma ora deve vincere. Non è il Milan che ha potuto permettersi di costruire. E comunque la svolta è stato Ibra che ha cambiato tutto e trasformato uno spogliatoio timido in uno spavaldo, aiutando la crescita di Tonali, Leao, Tomori, Kalulu. Il Milan ha visto anche Maignan: bravo Maldini. Ha avuto coraggio. La Juve non se lo può permettere».

Su Allegri:

«Allegri giudichiamolo alla fine della prossima stagione. Questa non era la sua Juve, la prossima sì. E comunque: come si fa a dire che non è bravo? Mou e Ancelotti hanno un gioco tanto diverso? Conte, che è bravissimo, ha vinto qualcosa in Europa? Quanti hanno fatto meglio di Pirlo al primo anno? Non capisco il metro con cui si giudicano i tecnici oggi».

Quindi avrebbe tenuto Pirlo?

«Certo. Ma anche queste sono scelte. Pirlo andava aiutato e accompagnato, era giovane».

Parlando di giovani. La Juve ha tre centrocampisti promettenti: Miretti, Fagioli e Rovella. Forse non c’è spazio per tutti.

«Ma perché? Se li fai giocare crescono. Ai miei tempi a 21 anni avevi esperienza, ora se non sei bravissimo aspetti tanto tempo. Ma chi ha coraggio non fa questi discorsi: Pedri è un fenomeno, ma il Barcellona l’ha lanciato a diciassette anni. In Italia spesso si prendono giocatori già fatti, ma così li “capisci” meno».

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