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Spalletti: «Il Napoli è a fine ciclo, bisogna rinnovarsi restando competitivi. Koulibaly è incedibile»

In conferenza: «so per certo che la società sa dell’importanza di Kalidou, si fa un po’ il gioco delle parti. Credo che succederà poco in termini di mercato, anche quest’anno»

Spalletti: «Il Napoli è a fine ciclo, bisogna rinnovarsi restando competitivi. Koulibaly è incedibile»
Torino 07/05/2022 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

L’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, presenta in conferenza stampa Spezia-Napoli, ultima partita di campionato, in programma domani alle 12,30. Il tecnico inizia scherzando con i giornalisti.

«Mi dispiace che sia l’ultima conferenza, vi porterei in vacanza con me».

Avete raggiunto l’obiettivo Champions in anticipo, vi siete già proiettati al futuro, che Napoli sta venendo fuori?

«E’ una domanda alla quale è difficile rispondere ora, forse impossibile. La competitività di una squadra dipende da molti fattori. Per noi ci vuole la capacità di rinnovarsi in una situazione di fine ciclo, questa squadra è a fine ciclo, con diversi giocatori a scadenza e alcuni giocatori che hanno un’età, la società valuta anche questo. Bisogna rinnovarsi restando competitivi, sapendo che poi nel calcio ci sono i periodi di adattamento, per i nuovi e i giovani e va considerata la capacità di rinnovarsi dei nostri avversari. E poi i campionati non sono mai cloni».

Su Koulibaly:

«Anche l’anno scorso si parlava della possibilità di molte cessioni e poi invece non è successo, andarono via solo quelli a scadenza. Proviamo a fare finta di essere io e lei un allenatore che nella sua squadra ha Koulibaly: come la pensiamo? Per me diventa incedibile, perché è uno di quei calciatori che sono disponibili a dare sempre una mano a tutti, che hanno quella capacità di mettere mano dove c’è bisogno anche quando sale il livello della partita singola, lui diventa grosso e forte in base alla necessità che c’è. Per me è incedibile, anche perché vogliamo fare un altro campionato importante, se prendiamo un altro si prende un giocatore, ma un leader come lui si diventa dopo anni».

Su altre cessioni e rimpiazzi.

«Difficile rispondere anche a questo. Ho un confronto diretto con la società, la direzione sportiva e gli scouting. Ho fiducia nel club e in queste persone che mi sono vicine, ma è altrettanto scontato che avremo bisogno di integrazioni di qualità uguale a chi eventualmente partirà, bisognerà essere bravi ad andarli a trovare».

Pensa che Koulibaly partirà? Diventerà il nuovo capitano?

«Sono fortunato perché ho la possibilità di stare a contatto con questi calciatori e di sentire un po’ di cose. Non so nello specifico rispetto alle dichiarazioni del presidente, ma so per certo che la società sa dell’importanza di Kalidou, si fa un po’ il gioco delle parti, spero ci sarà la possibilità di trovare un punto di incontro. Per qualcuno bisogna usare un’attenzione differente, per come la penso io, ma vedremo nei prossimi giorni. Capitano? Il capitano domani sarà Ghoulam, Insigne non partirà titolare».

C’è un reparto in particolare dove vorrebbe più forza fisica?

«Un po’ ovunque, le verticalizzazioni sono molto aumentate, c’è da valutare dove può capitare sarebbe meglio ci si mettesse al passo con i tempi, da un punto di vista di scelte fatte. Abbiamo detto più volte che Anguissa è importante. Far giocare Mertens e Osimhen insieme con Anguissa in campo è una valutazione diversa che quando Anguissa non c’è».

Ospina e Mertens resteranno?

«Il fine ciclo di diversi giocatori poteva diventare un po’ pericoloso, si parlava anche di diversi leader in scadenza, la partenza del capitano che già da gennaio sapevamo sarebbe accaduta e andava gestita, e siamo stati eccezionali nel farlo, però perderli proprio tutti è un po’ come dicevo prima: si compra il calciatore ma per costruire un leader ci vogliono anni, dal punto di vista tecnico, anche la storia di Mertens parla per lui per il contributo che ha dato anche in questa stagione, si è visto quando scende in campo. Stesso discorso per Ospina, sono calciatori che hanno un’esperienza da trasferire nello spogliatoio anche quando non parlano. Ospina parla pochissimo, è dolcissimo, saluta tutti allo stesso modo dal primo all’ultimo, non ha mai bisogno di alzare la voce per avere l’attenzione dei suoi compagni, penso che la società valuti tutto questo».

Il Napoli contro squadre fisiche se l’è sempre cavata bene.

«Non guardo solo i risultati, si guarda anche altro, in alcune partite abbiamo dovuto abbassarci troppo, vogliamo creare la possibilità di essere in equilibrio in campo, attaccare il più possibile, tenere palla, difendersi nell’area di rigore porta rischi. La fisicità diventa fondamentale. Lobotka è piccolino ma è un bel torello».

Sulle voci relative a Pjanic.

«Il calciatore è fenomenale, sa giocare corto, lungo, mette la palla a 40 metri con i giri contati, batte la punizione e pure su quello bisogna starci attenti in una rosa, puoi preparare tutti gli schemi che vuoi ma se non batti bene è inutile che ti danni a trovare la soluzione. Lui è uno di livello, ma noi lì abbiamo uno che ci fa dormire sonni tranquilli. Lobotka è un calciatore un po’ alla Pjanic, ha meno gittata, vede un po’ meno lungo, ma come gestione della palla è impressionante, da lì partono molte cose, se lo offuscano la squadra ne risente tutta, ma lui ha le caratteristiche per uscire dalla pressione degli avversari».

Di Lorenzo e Mario Rui restano, quanto è importante?

«Se si tirano dentro anche questi, diventano difficile trovare qualche certezza (ride). Questi due qui non ho mai pensato ci si potesse fare mercato, poi casomai in questo caso, come linea difensiva, se dovesse partire Ghoulam dobbiamo per forza trovare un terzino sinistro quest’anno, perché non possiamo mettere in condizione un calciatore di giocare sempre, Mario Rui è stato un professionista in questo, giocarle tutte era quasi impossibile».

Vale più Insigne per i napoletani o Totti per i romani?

«Secondo me sono ugualmente due calciatori fenomenali, sono due di quelli per cui i bambini sognano di diventare calciatori per quello che vedono loro fare come giocate, sono quelli che fanno la differenza se sostenuti o se riescono ad abbinare corsa, recupero posizione, qualche contrasto, sono quei colpi che qualsiasi allenatore vorrebbe avere nel cassetto. Insigne non lo so se avrà messo a fuoco nei suoi pensieri che svegliarsi a Toronto o altrove è diverso che da Napoli, mi piacerebbe vederlo la prima volta che capirà che è lontano dalle sue radici. Sono convinto che succederà anche a lui, è successo a tanti, soprattutto a quelli come lui in un ambiente come Napoli, che ti sta sulla pelle quando sei un leader come è stato lui. La soluzione sarà mettergli un quadro con il vulcano ai piedi del letto».

Su Fabian e Zielinski? Ci saranno novità nel suo staff?

«Secondo me succederà poco in termini di mercato, anche quest’anno. Ci sono molte valutazioni da fare anche sui singoli giocatori, contano le tempistiche, gli anni di contratto che uno ha, le cifre, per cui bisognerebbe valutare singolarmente e non sono adatto, c’è Giuntoli che lo sa fare benissimo oltre al presidente. Lo staff? Se lo chiede si  capisce che ha ricevuto una soffiata, un’indiscrezione… Baldini ha deciso di prendersi un po’ di tempo per pensare se darà seguito o no, sicuramente ora gli ci voleva dello spazio da dedicare di più alla famiglia, per cui ha deciso di fermarsi. La valutazione su come sostituirlo la faremo nei prossimi giorni e poi ve lo diremo».

Si dice che lei si sta battendo per confermare Ospina e Koulibaly, sta facendo lo stesso anche per Mertens?

«Sì, io do il mio assenso anche a Mertens, dicendo che è un leader dello spogliatoio e che bisogna stare attenti volevo andare in questa direzione, ho detto al presidente che per me lui può rimanere».

Cosa farà il giorno dopo Spezia-Napoli?

«Me ne vado a casa mia in campagna, mi piace quel mondo lì, nella confusione cittadina non mi trovo a mio agio, anche se poi mi piace starci. Il mio ambiente naturale è la campagna, mi fermerei anche volentieri a La Spezia, perché mia moglie è di lì e due miei figli sono nati lì, ma vado in Toscana. Portarmi un quadretto di Napoli? Ci tornerò, quindi ho la possibilità di non portarmi nulla dietro. Appena finiranno le scuole verremo qui con mia moglie e la bambina per andare al mare. Il camper? Dobbiamo ancora vagliare il preventivo, secondo me costa più dell’appartamento».

E’ riuscito a riavvicinare i tifosi al Napoli dopo l’episodio del Verona dell’anno scorso, ma i tifosi sono stati definiti dei vessati. Quando si parla di vincere a Napoli si passa anche per la comunicazione? Tra stampa e società?

«Per quanto riguarda i tifosi, se sono venuti di più allo stadio è merito della qualità di gioco dei ragazzi e dell’amore della città per il calcio e i colori della sua squadra, perché anche quando restano a casa, poi, stanno male i napoletani, si percepisce benissimo. E’ stato solo un momento dove, per reazione rabbiosa, hanno detto che non venivano, per staccarsi dal troppo amore che li faceva stare male. I calciatori hanno espresso qualità e fatto tanti bellissimi gol. E’ chiaro che poi tutti vorremmo vincere e che la squadra facesse benissimo, ribadisco con chiarezza il rammarico di non aver lottato fino alla fine per il titolo, è una cosa che ci disturba, in alcuni momenti ho tentato il gas a manetta per fare delle iniezioni di autostima e consapevolezza alla squadra perché mi sembrava giusto far così perché vedevo che non ci credevano fino in fondo, per questo forse a volte siamo andati fuori giri, ma tornando indietro lo rifarei. E’ chiaro che tutti vogliamo vincere, ma la partita si gioca su: posso vincere? Bisogna essere tutti molto legati alla costruzione di un modo di fare, di lavorare e di stare insieme che sia corretto ed equilibrato sennò si casca dal letto perché il sogno è più grosso della realtà».

Il momento in cui Mertens può presentarle il conto della stagione è arrivato?

«Potrei citare anche partite in cui abbiamo vinto e abbiamo giocato benissimo anche senza Mertens, è chiaro che uno come lui ti dà sempre una mano ma c’è sempre da tenere presente l’equilibrio di squadra. Gli pago il conto, ho detto che per me Mertens resta, ho fatto quel che devo fare rispondendo così. Non lo metti nelle condizioni migliori di esprimersi, però, facendolo giocare in quel ruolo lì, quella di dove poterlo far rendere al meglio è una valutazione che bisognerà fare. Quando tira direttamente in porta è un cecchino straordinario e poi fa subito la sintesi dove è il punto vulnerabile del portiere».

Quanto c’è di suo nella crescita di Osimhen? Si aspetta di lavorare ancora con lui?

«Abbiamo scoperto delle cose che purtroppo quest’anno per le tante partite e i suoi infortuni… se gliela alzi lui diventa micidiale, ha un’elevazione di testa che è fuori dal normale. Avendolo a disposizione da subito e conoscendo le sue qualità è un vantaggio grosso per lui e per la squadra, sono convinto che lui continuerà a fare molti gol e aumenterà la sua qualità in fase di realizzazione».

Ha fatto dei nomi a Giuntoli per i rimpiazzi?

«Abbiamo toccato più tasti con la società, Giuntoli è sempre qui a vedere gli allenamenti, c’è sempre anche Pompilio e loro poi fanno delle sintesi per essere pronti da tutte le parti e completare la rosa per il nostro parlare quotidiano. Se mi piace qualche nome? Meglio andare dentro la realtà momentanea e il navigare a vista, nel senso che se ti portano via qualcuno… di nomi ce ne abbiamo pronti un po’ dappertutto, tre o quattro nomi, ma se dico il nome di un ruolo ben preciso il mio calciatore può pensare che non mi piace molto e bisogna stare attenti. In generale la nostra squadra va bene, ha dimostrato qualità, bisogna essere pronti se ce ne portano via qualcuno, altrimenti potremmo ricominciare benissimo così, tra l’altro abbiamo già preso Kvaratskhelia, quindi la perdita di Insigne è già stata rimpiazzata».

Cosa chiede per domani? Ci dà dritte di formazione?

«Chiedo di vedere quello che ho visto in settimana. Ounas non ci sarà perché ha sentito tirare l’adduttore, non ci sarà Lozano perché operato, per il resto vengono tutti. Zanoli è stato convocato in Nazionale, gli si fanno i complimenti da parte di tutti ed è una soddisfazione per tutti averlo lì, questo dimostra che la qualità degli allenamenti, avendo giocato poco, riesce a far crescere, anche se lui ha un maestro per il ruolo e basta che gli faccia ombra per insegnargli. E’ fortunato ancora di più perché Di Lorenzo potrebbe andare anche a coprire un altro ruolo, sarebbe in grado di farlo. La formazione? Vi do tre-quattro elementi. Ghoulam l’ho già detto, Zanoli, ne devo dire altri tre. Petagna gioca. Zielinski gioca. Meret gioca».

Spalletti ha portato una bottiglia del suo vino per ognuno dei giornalisti presenti. E puntualizza, in chiusura:

«Vorrei solo dire: dopo questa stagione, negli ultimi dieci anni di Serie A, ho chiuso nove volte in Champions League».

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