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Perché la sinistra è diventata una forza liberale

“Non sarà un pranzo di gala. Crisi, catastrofe, rivoluzione” di Emiliano Brancaccio. Un libro scritto con rigore scientifico

Perché la sinistra è diventata una forza liberale
Per quelli che hanno curiosità di sapere perché il sovranismo è venuto ad essere una nuova categoria dell’agire politico, oppure il perché la sinistra italiana ha smesso di fare critica del capitale ed è divenuta una forza “liberale”, consigliamo la lettura di “Non sarà un pranzo di gala. Crisi, catastrofe, rivoluzione (pagg. 224, euro 18: Meltemi editore)” dell’economista napoletano Emiliano Brancaccio (Docente di Politica economica all’Unisannio).
Il testo è strutturato con una serie di interviste che il docente ha fatto con molteplici organi di stampa dal 2007 ai nostri giorni, in cui lo studioso si è interrogato su molteplici altri temi: come il liberismo xenofobo di Trump (2016), sui cambiamenti del capitalismo e sui ritardi della sinistra (2017), sull’austerity caldeggiata dalla sinistra e sulla correlata – e contraddittoria – dichiarazione di antifascismo, giungendo fine ad ipotizzare “Un comunismo scientifico per la lotta al Coronavirus”.
Cercando – Brancaccio – pezze di appoggio dottrinale, non solo in una nuova logica marxiana tutta all’interno del Capitalismo, ma anche nella psicologia sociale e nelle Neuroscienze. Partendo dall’apertura di Marx alla Storia, ma inglobando anche determinazioni del borghese Keynes e di Sraffa. Famoso per le sue posizioni avverso Blanchard (ex Capoeconomista del Fmi), Brancaccio ha continuato a studiare in questi anni di crisi giorno dopo giorno solo le evidenze scientifiche. Ma – nonostante il suo carattere scientifico non preveda atti di adesione puramente accettivi – non ha dismesso il ruolo cognitivo del dialogo.
E lo strumento platonico è stato esercitato con protagonisti di primo piano dell’agone politico-economico: ecco spiegato il dato che lo ha portato a confronti ai massimi livelli con Lorenzo Bini Smaghi (“Morire di austerità)”, con Romano Prodi (“Europa, guerra e pace”), con lo stesso Olivier Blanchard (“Crisi ed evoluzione della teoria e della Politica economica”), con Mario Monti (“Austerity, keynesismo, comunismo”). Confronti che troverete allegati nel testo.
In ultimo un saggio finale – “Catastrofe o rivoluzione” – da lui firmato che dà piste politiche positive. Un libro per chi vuole farsi un’idea dell’hic et nunc e per gli addetti ai lavori: con un linguaggio adatto ai primi, ma non dimentico dell’esattezza scientifica: primo requisito per trovare poi politiche da sinistra per rilanciare un ruolo di lotta per il lavoro.
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