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«Maradona non venne a Forcella per la cocaina, ma perché lo avevamo invitato noi Giuliano»

Il Mattino intervista il nipote dei boss Giuliano, Luigi: «Lui era così, era uno che non si negava a nessuno. Lui e Carmine diventarono amici e continuarono a incontrarsi»

«Maradona non venne a Forcella per la cocaina, ma perché lo avevamo invitato noi Giuliano»
La famosa foto di Maradona nella vasca dei Giuliano

Il Mattino intervista Luigi Giuliano, figlio di Nunzio. Era con i suoi zii, Carmine e Raffaele Giuliano, quando fu scattata la famosa foto che ritrae Maradona con i boss di Forcella accanto alla vasca a forma di conchiglia, nel 1986. Aveva 14 anni. Racconta quella notte.

La casa era quella di Luigi Giuliano, che all’epoca era in carcere. Ci abitava il fratello Carmine, latitante.

«Carmine Giuliano era un patito del Napoli e chiese a un capotifoso di fargli incontrare Maradona. Era passata mezzanotte e noi ragazzi armati presidiavamo il quartiere per controllare che non ci fosse la polizia in giro. Ma Maradona è Maradona e io non volevo perderlo, perciò ogni tanto lasciavo il posto di guardia ed entravo nel palazzetto dove si svolgeva la festa. Lui, il nostro mito, era lì e rideva, scherzava con tutti. Mio zio gli stava accanto, lo abbracciava continuamente. Parlavano tra di loro, credo che discutessero soprattutto di pallone. E poi bevevano champagne. E ridevano, ridevano tanto».

La cocaina c’era, serviva a ravvivare la festa, dice.

«Ma Maradona non era venuto a Forcella per quello. No. Lui era venuto per noi, era venuto perché noi glielo avevamo chiesto. Io credo che non si fosse assolutamente domandato se fosse giusto o meno andare da un camorrista, da un latitante. Lui era così, era uno che non si negava a nessuno. E quella era una festa con delle persone che lo adoravano. Lo ripeto: non era venuto per la coca, non era venuto per compiacerci e tantomeno perché qualcuno glielo aveva imposto, era venuto perché tramite un amico lo avevamo invitato. Era la star della festa e si divertiva come gli altri».

Non fu quella l’ultima sera che Maradona passò con i Giuliano.

«Lui e Carmine diventarono amici e continuarono a incontrarsi. Diego partecipò al matrimonio di mio cugino, anche lui Luigi Giuliano, che tutti chiamavano Zecchetella, e poi a feste e comunioni. Io, invece, lo ho incontrato spesso nei locali alla moda che frequentavamo entrambi. Ero un ragazzino anche se a quattordici anni giravo armato e guidavo auto e moto: facevo il gradasso, ma come tutti davanti a Diego mi ammutolivo».

 

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