ilNapolista

Quelli che… “Solo Venezia, e allora Matera?” A Matera stanno bene (ma i turisti disdicono)

Il benaltrismo delle disgrazie. In piena emergenza maltempo sui social è partita la corsa a paragonare i disastri, facendo altri disastri: c’è la fuga dei turisti (senza motivo)

Quelli che… “Solo Venezia, e allora Matera?” A Matera stanno bene (ma i turisti disdicono)

Quando scocca l’ora dell’sms solidale il più è già fatto. L’evento è montato, ha scavallato internet, una volta finito nei contenitori pomeridiani della tv del dolore non si torna più indietro. Venezia allagata è già lì, sulle home dei media internazionali e a Domenica In c’è il sindaco in diretta dall’acqua alta. La conta dei danni, lo stato di calamità naturale, il “si poteva fare di più” se non il “fate presto” di terremotata memoria: si sgrana il rituale rosario di tic giornalistici, è una prassi consolidata che funziona sempre. Niente di nuovo sotto il maltempo.

Senonché, intanto, sui social, si è già passati al livello successivo, al benaltrismo delle disgrazie: “E allora Matera?”.

Il concetto ci mette un po’, deve scontare qualche ora lasciato in pasto agli “odiatori dell’internet” (che riuscirebbero a ruminare livore pure sui gattini abbandonati nella tormenta) ma poi s’impenna, rimbalza: “E allora Matera!”. L’imperativo categorico del consumismo emergenziale: troviamo un’altra Venezia, prima che torni il sole. Fatto.

C’è chi invoca “una preghiera per Matera”, c’è chi s’indigna perché “nessuno ne parla”, c’è il complottismo del “la stampa si ferma a Firenze”, c’è soprattutto il partito del populismo vendicativo: “A Venezia fanno pagare il caffé 24 euro, fatti loro se si sono mangiati i soldi”.

Il fatto è che… a Matera stanno bene. Ma non hanno abbastanza voce per farsi sentire, questo sì. Ci provano, ma niente: il carrozzone della solidarietà social fa un frastuono imbarazzante, e si autolimenta. E’ bastato questo video virale:

La potenza delle immagini non ammette obiezioni. Tipo questa, di un materano su Twitter:

“Volevo rassicurare tutti, qui a Matera stiamo tutti bene e i danni sono minimi, già riparati senza spese. Non diffondete notizie false per favore. Le immagini della città sotto la pioggia sono terrificanti ma è quello che accade ad ogni pioggia torrenziale. Perché i Sassi sono attraversati da due strade in discesa che un tempo erano canali e convogliavano le acque piovane e sorgive dalle colline retrostanti. Poi il fascismo ha intombato i canali per ricavare le strade e quando piove l’acqua riprende la sua via naturale. Però va da sé che appena smette di piovere l’acqua scompare perché le strade finiscono sul ciglio di un burrone dove tutta l’acqua si scarica senza fare danni. So che questi tweet non avranno alcuna risonanza ma meglio dire la verità. Ringrazio tutti per la solidarietà dimostrata ma ormai si va troppo avanti a sensazioni a causa dei social”.

Questo tweet, di uno che sa di cosa sta parlando, non foss’altro perché ci vive nel luogo del “disastro”, non ha nessun valore mediatico. In timeline, un attimo più sotto, c’è Angelo Mangiante di Sky Sport che posta questo:

Vuoi mettere?

Definiamo “devastazione”… “In Mino Veritas” ci conferma che “sicuramente dei privati che hanno attività o abitazioni sulla via al pianterreno hanno subito allagamenti. E l’acqua ha portato via gazebo, sedie e tavolini che sono andati a finire in piazza San Pietro Caveoso. Ma sono saltate non più di 20 basole dalla pavimentazione di via Bruno Buozzi”.

Il realtà, non è tutto qui. Ma più che a Matera il maltempo ha fatto danni sulla fascia jonica, nella zona del metapontino, dove la pioggia abbondante e una serie di trombe d’aria hanno devastato i campi: nessuna vittima, ma ci sono alcune decine di famiglie sfollate a Policoro, Scanzano e Metaponto, nelle zone immediatamente a ridosso della costa.

In ogni caso, il cortocircuito mediatico è tale che le buone intenzioni ottengono l’effetto opposto: ora tutti credono che Matera stia come Venezia, e i turisti disdicono le prenotazioni.

Scrive il Quotidiano del Sud:

“La beffa di dover rassicurare i turisti, che rinunciano a visitare Matera, per la paura ingiustificata di trovare una città devastata. Sono decine, infatti, le disdette che in queste ore stanno arrivando a B&b, alberghi e ristoranti, da parte di comitive di turisti che temono di trovare i Sassi come un campo di guerra, quindi di non poterli visitare in tranquillità.
Nulla di più falso, come si affrettano a garantire gli operatori turistici, che stanno subendo seri danni economici dal clamore mediatico nazionale. Matera come Venezia? Certo, un paragone che onora la città dei Sassi sotto il profilo culturale, ma nella narrazione di questa ondata di maltempo è stato un accostamento quantomai forzato e non rispondente alla realtà”.

Se non fosse che la realtà è un concetto liquido, vatti a fidare di ‘sti tempi.

ilnapolista © riproduzione riservata