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Sarri alla Juve è una vera e propria vittoria per il Napoli e (esageriamo) per Napoli

Sarri è stata un’invenzione del Napoli, e anche Napoli ne ha goduto, di cui ha legittimamente beneficiato  un grande club inglese come il Chelsea e ora il club dei non colorati

Sarri alla Juve è una vera e propria vittoria per il Napoli e (esageriamo) per Napoli

Mai come in questi giorni caratterizzati dalla vicenda Sarri-Juve aiuta essere un fervente tifoso azzurro, ma vivere lontano da Napoli. Si è meno coinvolti nelle tante chiacchiere e si riesce a schivare meglio quelle vere e proprie bolge che sono i social, naturalmente esposti a esaltare le posizioni più radicali e, pertanto, adatte a sprigionare ed esaltare tutta l’emotività che il tifo, per sua natura, porta con sé.

Forse per questo motivo da lontano si scorge meglio l’unico aspetto che vale la pena sottolineare di tutta la faccenda.

Sarri alla Juve è una vera e propria vittoria per il Napoli e – esageriamo – per Napoli.

In molti campi, soprattutto della vita economica, siamo costretti a inseguire. Con sempre maggiore affanno per un gap che diventa di anno in anno maggiore e che, come pericolosamente ci ricorda la proposta di autonomia differenziata delle Regioni, rischia di trasferirsi dal piano economico a quello legislativo, sancendo – forse definitivamente – la separazione fra Nord e Sud. Ma c’è un settore, per l’appunto il calcio, in cui siamo noi l’innovazione, siamo noi avanti. E’ dal Napoli che la più ricca, blasonata e potente squadra italiana è dovuta venire a prendersi – pagandolo a peso d’oro – il centravanti che aveva appena battuto un record – quella della classifica dei cannonieri – in grado di resistere per più di mezzo secolo. Riuscendoci, questo ce lo avrebbe fatto capire proprio il suo impiego nella squadra sabauda, soprattutto grazie a uno straordinario lavoro collettivo, più che per le sue doti.

Godiamoci la Napoli che funziona

Ed è sempre grazie a quanto fatto al Napoli, anche se finge di dimenticarsene nell’esilarante comunicato-stampa di presentazione, che ora la cosiddetta Vecchia Signora mette sotto contratto un allenatore che – comunque andrà – sovverte tutta i riti e i ritmi a cui sono abituati.

Almeno nel calcio, negli ultimi anni stiamo rappresentando l’innovazione. Insomma, il Napoli come una sorta di efficiente start up della pedata, che ha saputo rischiare investendo su di una scommessa – un attempato sconosciuto proveniente da Empoli – e vincerla, fino a far ingolosire la grande corazzata, che ora cerca di trasformare quella scommessa in un prodotto di successo a larghissima diffusione, per ben più vaste e ricche platee.

Perché, invece di godere di questo successo, stiamo qui a rinfacciarci il grado di sarrismo e antisarrismo presente in ciascuno di noi?

Diciamolo: Sarri è stata un’invenzione del Napoli, e anche Napoli ne ha goduto, di cui ha legittimamente beneficiato  un grande club inglese come il Chelsea e ora il club dei non colorati, che per una volta ha abbandonato il puro e cinico calcolo razionalistico della vittoria per affidarsi alla fantasia. Quella fantasia che proprio alle nostre latitudini si è potuta e saputa irrobustire.

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