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Salvini: «Perché i cori razzisti vanno puniti e gli insulti alle madri no?»

Alla Gazzetta: «La Uefa sbaglia, Inter-Napoli non andava sospesa. Sono contrario alla chiusura degli stadi e al divieto di trasferte. La responsabilità è individuale»

Salvini: «Perché i cori razzisti vanno puniti e gli insulti alle madri no?»

Lettera aperta alla Gazzetta

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto una lettera aperta alla Gazzetta dello Sport sui fatti di Inter-Napoli. Più che degli scontri, però, si parla di razzismo e di punizioni per chi manifesta intolleranza. Il leader della Lega si conferma contrario alla chiusura degli stadi, delle curve, ed anzi sostiene che il dialogo sia l’arma migliore per combattere certi atteggiamenti. È singolare come Salvini per quel che riguarda la violenza negli stadi riscopre che il dialogo può ottenere risultati migliori ripsetto alla tolleranza zero.

“La Uefa sbaglia: Inter-Napoli non andava sospesa?”

La Uefa: «Non condivido la posizione della Uefa, secondo Nyon Inter-Napoli doveva essere sospesa per i cori razzisti a Koulibaly. Non sono convinto. Stoppare la partita, con gli scontri accaduti prima della sfida, avrebbe potuto provocare guai peggiori per l’ordine pubblico. In più, senza voler giustificare o tollerare volgarità e offese, mi chiedo: intendiamo difendere i giocatori beccati per il colore della pelle, ma non quelli a cui si insultano le madri? Inveire contro la famiglia di un Materazzi si può? E qual è il confine tra l’insulto razzista e l’insulto e basta? Nel 2018, chi disprezza un altro essere umano per il colore della pelle è un cretino. Ma proprio perché il problema razzismo è tremendamente serio, non va banalizzato».

“Contro la chiusura degli stadi”

Il ministro dell’Interno è contrario alla chiusura degli stadi e vuole riempire la curva dell’Inter con i bambini.
«Tolleranza zero con i delinquenti, ma sono nettamente contrario alla chiusura degli stadi o di alcuni settori. E non mi convincono neppure i divieti alle trasferte. La responsabilità è sempre personale: non concepisco l’idea di punire tutti gli appassionati, senza distinzioni. Anche perché i violenti sono una sparuta minoranza. Mi piace immaginare gli spalti zeppi di famiglie e bambini, magari già a partire dalle prossime partite che prevedono San Siro a porte chiuse. Regione Lombardia ne sta parlando con il presidente del Csi di Milano. Sarebbe un bel segnale».

“I problemi non si risolvono con la forza”

Il ministro-tifoso: «I problemi non si risolvono solo con la forza, quando è possibile. È meglio dialogare e inchiodare tutti alle proprie responsabilità. Mi metto in ascolto, come già fatto a novembre per affrontare l’allarme delle violenze contro gli arbitri nei campionati dilettantistici e giovanili. Sono ministro ma anche tifoso: ho girato per gli stadi di mezza Italia, per questo sono sorpreso da chi chiacchiera senza aver mai messo piede in una curva».

 

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