Ha 25 anni, il suo soprannome è “Giangioman”. Appassionato di informatica, fa parte del team di collaudatori del progetto. Si ispira a Sarri. «Mi ha tradito Higuain»
La Copa Manageria, a Londra
Fa autocritica: “Nella prima partita c’erano troppi giocatori fuori ruolo”. Analizza: “Dalla seconda in poi, con i dovuti accorgimenti, le cose sono andate meglio”. Lancia frecciate: “Da Higuain mi aspettavo di più”. Gianluca Petrazzuolo detto “Giangioman”, 25 anni, è un allenatore. Virtuale. Napoletano col pallino dell’informatica, è uno dei tanti appassionati di Football Manager, il manageriale calcistico più popolare al mondo. Qualche giorno fa ha vissuto il suo personalissimo magic moment. Ha rappresentato l’Italia alla Copa Manageria, una sorta di Europeo in scena a Londra nella sede della Sports Interactive, la società che sviluppa Football Manager.
Sedici nazionali, quattro gruppi e una pattuglia di tecnici a sfidarsi con gli occhi incollati al monitor proprio dove nasce il loro gioco preferito. “È stato un sogno, un’esperienza fantastica” ripete Gianluca. Anche se la sua avventura da commissario tecnico alla scrivania si è conclusa presto. Terzo nel girone, eliminato al primo turno dopo le sconfitte con Inghilterra (4-1) e Scozia (2-0). Magra consolazione il successo sulla Grecia, 3-1. Alla fine, il torneo l’ha vinto la Norvegia, vittoriosa in finale sull’Olanda.
“Per costruire la squadra abbiamo utilizzato la modalità fantasy draft – spiega Gianluca – con regole precise che ognuno di noi doveva rispettare. Una specie di fantacalcio con 500 milioni da spendere, con i turni al posto dell’asta per prendere 18-20 giocatori. Nei primi cinque, essendo l’Italia, dovevo scegliere 5 italiani, poi in base al budget potevo prendere chiunque. Non era facile”.
La formazione tipo
La sua formazione tipo, costruita sul 4-3-3, sfoggiava Donnarumma in porta, Florenzi, Rugani, Koulibaly e Spinazzola in difesa, Parolo, Jorginho e Gundogan a centrocampo, Insigne, Dembélé e Higuain. “Io, tifoso napoletano – rivela – ho puntato proprio sul Pipita. Pensavo mi garantisse molti gol. Invece ne ha sbagliati tanti nelle prime due gare. Si è ripreso solo alla fine”. Peccato. “Spero ci sia un’altra edizione, con criteri di selezione diversi – continua Gianluca – io sono stato scelto dagli organizzatori perché ho commentato un articolo che parlava della Copa Manageria. Ho raccontato chi ero, della mia passione per Football Manager e che con il Napoli avevo vinto tutto creando una tattica perfetta. Ma si potrebbero scegliere i partecipanti tramite i tornei nazionali. Perciò voglio creare un torneo qui a Napoli per spingere gli utenti alla Copa Manageria. Football Manager si avvicina agli eSports”.
Il mister Wolf per gli allenatori disperati
La sua esperienza con Fm non è legata semplicemente al gioco. Stretto collaboratore dell’head researcher italiano Alberto “Panoz” Scotta, da tempo Gianluca fa parte della squadra di beta tester del manageriale. “Due mesi prima della pubblicazione collaudiamo il gioco per conto degli sviluppatori. Lo facciamo solo per passione, senza prendere soldi. Stiamo lì ore ed ore a controllare tutti gli aspetti e segnalare problemi”. Negli anni, inoltre, Gianluca è diventato anche il punto di riferimento per i giocatori di Football Manager, cui fornisce gratuitamente aiuto e assistenza tecnica o grafica. Una specie di Mr. Wolf per allenatori disperati. Il suo gruppo su Facebook conta oltre 5 mila iscritti e in media riceve 200 messaggi al giorno. Così tanti che ha dovuto stabilire degli orari precisi per regolare il flusso e non sottrarre tempo al lavoro e alla vita privata.
Gioca col 4-3-3
La sua storia da giocatore invece comincia nel 1997, quando Football Manager era ancora Championship Manager, per gli italiani Scudetto. “Avevo 5 anni – racconta – me ne sono innamorato guardando giocare il fratello di un mio amico. Chiesi a mio padre di comprarmi il gioco e ogni volta che perdevo una gara riavviavo la carriera cambiando squadra. Le migliori edizioni credo siano quella del 2010 e quest’ultima, molto difficile, non si vince facilmente, esattamente come nella realtà”.
La tattica preferita è il 4-3-3. Di ispirazione sarriana. “Adotto questo schema dal 2014, poi ho studiato quello di Sarri e ho cercato di replicarlo. Non è stato semplice. Prendo sempre il Napoli e punto sui giovani”. Con l’edizione 2017, in una decina di stagioni, ha vinto praticamente tutto: scudetto, Coppa Italia, Supercoppa italiana ed europea, Europa League, Champions, mondiale per club. Ritoccando molto la rosa: “In porta ho preso Rulli oppure Scuffet, Perin. In difesa, Stones, a centrocampo Torreira, Lucas Romero, Diakhate, per l’attacco Vela, Lozano e Maximiliano Romero del Velez”. Giuntoli può prendere nota.