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I cinque gesti tecnici (anzi sei) di Napoli-Benfica: Mertens regna, ma occhio a Hysaj e Grimando

Cinque animazioni, cinque momenti della partita che ci hanno colpito.

I cinque gesti tecnici (anzi sei) di Napoli-Benfica: Mertens regna, ma occhio a Hysaj e Grimando

Premessa doverosa: avere l’imbarazzo della scelta su cosa mostrare di questa partita è bellissimo.

Lo stop di Milik

Un gigante i cui piedi non sono per niente d’argilla, anzi. Non sapremmo ben definire di che materiale siano, di certo molto, molto pregiato. Soprattutto se uno stop del genere lo fai al decimo secondo e su un lancio che spiove da cinquanta-metri-cinquanta (poi nel secondo tempo mette pure un rigore con la stessa calma con cui uno qualsiasi di noi si berrebbe un bicchiere d’acqua, tanto per gradire). Fosse riuscito a calciare bene e a segnare, magari la curva non veniva giù, ma come minimo tutto l’intonaco della balaustra di sicuro.

 

Il salvataggio di Hysaj

Dopo una vittoria del genere, non dimentichiamo che il Benfica, in avvio, ci aveva spaventato, eccome. E che se non siamo andati sotto dopo circa cinque minuti lo dobbiamo al senso della posizione e del sacrificio del terzino albanese, che si immola su una conclusione che sarebbe stata a botta più che sicura da parte di Mitroglou. Una giocata che, lo si può dire con certezza, vale come un gol.

 

La chiusura di Grimaldo

Altro giro, altro terzino. Stavolta quello avversario, meritevole ugualmente di menzione per un anticipo volante ai danni di Callejon, che già pregustava il gol. Coordinazione difficilissima, esecuzione perfetta. Alejandro Grimaldo, segnatevi questo nome: dell’ex canterano del Barça sentiremo parlare assai bene. Peccato per lui che il suo salvataggio sia servito a poco, dato che dall’angolo successivo nasce il gol di Hamsik. Ma è stato uno dei migliori dei suoi in una serata amarissima.

 

La punizione di Mertens

Roberto Cravero, commentatore Mediaset Premium, poco prima del tiro spiega in diretta: “Forse dovrebbe calciarla sul palo del portiere, è troppo vicino alla porta e c’è poco spazio per farla scendere oltre la barriera”. Ah sì? Tre passi e gol. Riguardiamola tutte le volte che vogliamo, ulteriori spiegazioni sono superflue.

 

Lo scavetto di Callejon

Ci vuole presenza di spirito, tempismo, freddezza, classe, per giocare sulla linea del fuorigioco sul tiro di un compagno, scattare sulla palla vagante scaturita dal rimpallo, anticipare il portiere e mandarlo per le terre colpendo la palla dal basso, scavalcandolo e portandosi a casa il rigore. Oppure devi semplicemente chiamarti Josè Maria Callejon.

 

 

Bonus-track: Il numero di Mertens

L’avevamo detto che stavolta avevamo solo l’imbarazzo della scelta. Per cui immortaliamo un sesto gesto tecnico ragguardevole. Mertens si traveste a un tempo sia da giocoliere che da illusionista e sulla rimessa laterale di Ghoulam fa qualcosa di indefinibile. E’ uno stop a seguire? Un pallonetto solo fintato? Un tocco sotto? Forse nessuna di queste o forse tutte insieme, infatti nemmeno il povero Lisandro Lopez ci capisce un tubo e subisce l’ennesima umiliazione, forse la peggiore, della serata. Poi Julio Cesar mette un rammendo e Milik si divora il tap-in, ma che importa.

 

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