Gravissime responsabilità dei tutori dell’ordine pubblico per la gestione del maxischermo. Prefetto, sindaco e questore dovrebbero dimettersi.
L’impreparazione delle autorità
A tragedia scampata, e rimanendo col fiato sospeso per le sorti del piccolo Kevin, è bene fare una riflessione su quel che è accaduto sabato sera in piazza San Carlo. E sulla impreparazione delle forze dell’ordine e soprattutto delle autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico. Non diciamo nulla di nuovo, ma è evidente che è stata evitata una carneficina, una serata che non avremmo dimenticato. I rappresentanti dell’ordine pubblico hanno preso pericolosamente sotto gamba l’organizzazione dei maxi schermi a Torino per la visione della finale di Champions tra Juventus e Real Madrid, come scrive anche Guido Ruotolo su Tiscali.
Altro che misure anti-terrorismo
In un simile contesto storico, viene da chiedersi se siano state adottate tutte le misure anti-terrorismo. E la risposta, ahinoi, viene da sé. Non si è riusciti nemmeno a far rispettare un’elementare ordinanza che prevede il divieto di portare in piazza bottiglie di vetro. Perché la gran parte dei feriti è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso proprio a causa dei vetri che hanno ricoperto piazza San Carlo. Troppa leggerezza. Troppa superficialità. È semplicemente assurdo che non fossero stati dispospti controlli adeguari. E non è pensabile che i responsabili (ossia il prefetto Renato Saccone, il questore Angelo Sanna e il sindaco Chiara Appendino che tra l’altro era a Cardiff ad assistere alla finale) restino ai loro posti. Soltanto il caso ha voluto che non fossimo a contare i morti. E Appendino non ha trovato di meglio che dire che anche due anni fa venne seguito lo stesso iter. Poco. Molto poco.
Il cinema Statuto
Una serata che ai più grandicelli ha ricordato un’altra tragedia che segnò Torino e l’Italia. Erano gli anni ottanta, il 13 febbraio 1983, quando al cinema Statuto scoppiò un incendio e in tanti rimasero intrappolati perché cinque uscite di sicurezza su sei risultarono chiuse per impedire dall’esterno l’accesso senza biglietto. Fu una tragedia: sessantaquattro morti su cento presenti in sala.
La differenza con Madrid
Il timore è che tutto passi in cavalleria. Così non dovrebbe essere. E stride la differenza con Madrid. Lì i maxischermi li hanno installati allo Santiago Bernabeu. I tifosi hanno pagato il biglietto e hanno assistito alla finale in un luogo sicuro. Il Real – come scrive il giornalista Marco Bellinazzo su Twitter – ha persino incassato 400mila euro. E hanno festeggiato senza che nulla accadesse. In tempi di terrorismo, è stata una lezione troppo cocente per l’Italia. Dove è finita con 1400 feriti e bisogna persino ringraziare. Perché – con sole cinque vie di fuga pure ostruite da transenne – poteva essere una strage.