ilNapolista

A Marko Rog è bastato pochissimo calcio per far vedere chi è (e cosa potrà essere)

Le biografie stagionali: tutti parlano bene di Marko Rog, che ha le qualità dell’interno completo, deve avere la possibilità di crescere ancora.

A Marko Rog è bastato pochissimo calcio per far vedere chi è (e cosa potrà essere)

Riconoscimento internazionale

Marko Rog non è Sergio Ramos. Nel senso del valore calcistico, ovviamente, ma anche in riferimento alle polemiche degli ultimi giorni sulle presunte (false) dichiarazioni del difensore del Madrid a Marca. Nel caso di Rog, esiste davvero un articolo del giornale spagnolo che, pur essendo un po’ autoreferenziale – il riferimento a Modric è costante -, celebra il centrocampista del Napoli. Le sue doti, la sua dimensione internazionale. Un riconoscimento che arriva nonostante una stagione con molta panchina e poco calcio. Il bello, però, è che quel poco calcio che si è visto promette. Promette bene, benissimo, e pure tantissime cose.

Marko Rog è il prototipo potenziale del centrocampista perfetto. Anzi dell’interno perfetto. Per interno, in questo caso, intendiamo un centrocampista centrale che non abbia caratteristiche di mezzala (il termine stesso presuppone una vocazione più offensiva che di contenimento) ma sappia essere e sia completo. Fase difensiva, fase di costruzione, fase offensiva. Tenacia, fisicità, tecnica di base, imprevedibilità della giocata.

Marko Rog possiede tutte queste cose, lo vedi e lo percepisci appena entra in campo. Abbiamo fatto in tempo a “godercelo” poco, anche perché la concorrenza nel ruolo è la più spietata dell’organico. Però, ripetiamo: quel poco che abbiamo visto ci basta per poterci sbilanciare. Verso un futuro roseo, verso la definizione di un top player possibile del domani. Meno appariscente ma più completo di Zielinski. È bastato pure a Marca, che scrive così: «Rog protegge bene la palla e, anche se non ha un fisico estremamente possente né forte, vince la maggior parte dei suoi duelli individuali, in attacco e in difesa. E poi è molto audace nella gestione del pallone, rischia giocate anche molto difficili». Qui c’è il link del pezzo, non si sa mai.

Roma-Napoli

I dati

La percentuale dei take-on vinti da Marko Rog è del 100%. 18 su 18 nelle 15 partite di campionato. Per take on, si intende duelli uno contro uno per la conquista della palla. È un dato incredibile, che certifica la bontà delle parole di Sarri sull’individuazione tattica del giovane croato. A chi gli proponeva di schierarlo come ala destra (l’abbiamo scritto anche noi, dopo Napoli-Genoa), Sarri ha (sempre) risposto di inquadrare Rog come centrocampista. Di rottura, ma anche di pensiero. Ecco, appunto.

Ha ragione Sarri, perché questa particolare statistica avanzata fa il paio con il 92% di passaggi effettuati correttamente; con le 9 azioni difensive e i 9 taclke riusciti su 40 (!) tentati. Ricordiamoci di ragionare sempre sulle 15 partite di campionato, che però non sono 1350′ ma 374′ in tutto (2 partite da titolare e 13 subentri).

Insomma, facendo qualche semplice divisione ci accorgiamo del valore assoluto di Rog in tutte le fasi di gioco. Dal punto di vista difensivo, il croato mette insieme un tackle riuscito o un evento difensivo positivo ogni 20′. Sempre ogni 20′ ha un duello contro un avversario per la conquista della palla e lo vince. Allan, per dire, arriva a a 39 take on riusciti su 68 in tutto il suo campionato. Che, però, dura 1616′. Praticamente quattro volte quello di Allan. Insomma, Rog è una vera e propria macchina di recupero e mantenimento del pallone.

E poi gestisce bene la transizione: i dati nella precisione del passaggio sono ottimi, li abbiamo già visti, e si accompagnano a un dinamismo particolare, espresso non tanto nella velocità quanto nella resistenza. Certo, c’è qualche difetto. Dopo la partita di Coppa Italia contro la Juventus, il Napolista scriveva così: «Il ragazzo si farà: porta ancora troppo palla, è apparso dentro la partita solo fino a quando ha tenuto fisicamente, non ha avuto un posizionamento sempre ottimale. Il primo Rog ha dei limiti che però sono delle ipotesi sul futuro. Sono dei margini di miglioramento».

Le prospettive

Abbiamo già iniziato a parlare, in realtà, di quello che Rog può o potrà o potrebbe essere. I difetti sono il luogo in cui Sarri deve intervenire col suo lavoro. Superati quelli, il Napoli avrà in rosa un interno che è, al tempo stesso, interdittore e uomo di transizione. Recupera il pallone e ribalta l’azione, qualità difensive e doti tecniche per la gestione della ripartenza palla al piede o attraverso il dialogo con i compagni. Non è un caso che Roy Keane l’abbia identificato come suo possibile erede, insomma. O che Marca gli abbia davvero dedicato un articolo.

Il pallone, ora, passa nelle mani di Sarri. Che, in qualche modo, sarà costretto a rivedere almeno in parte la sua posizione in merito al calciatore. Nel senso: l’impiego a singhiozzo o a partita abbondantemente decisa di quest’ultima parte di stagione deve essere il punto di partenza per la prossima. Rog ha dimostrato di avere la stoffa per stare in questo Napoli. Ora deve avere la possibilità di dimostrare che questa stoffa è abbastanza pregiata da poterci rimanere, in questa squadra.

Gli va concesso un certo credito, che non vuol dire posto da titolare fisso e assicurato. Ma una rotazione più sostanziale (e sostanziosa) rispetto a quella della stagione scorsa. Se lo merita il ragazzo, che va valorizzato dal punto di vista tecnico ed economico. Se lo merita lo stesso Sarri, che ha compiuto con e su di lui un lavoro eccezionale di costruzione e ora deve verificarlo. La prossima sarà una stagione (ancora) pienissima di impegni. Rog non avrà apprendistati da scontare e sa perfettamente dove si trova e cosa fare. Ha già fatto vedere di poter fare bene. Ma ora vuole far vedere altro. A noi, a lui e a Marca (che lo segue, altroché), questo antipasto ha solo acceso l’appetito. 

 

Le biografie già pubblicate
Hysaj, paradiso-inferno andata e ritorno: lo sviluppo accidentato di un talento
Diawara è la spiegazione di come funziona il Napoli
Strinic, il terzino affidabile che Ghoulam (con gli allenatori) relega a rincalzo
Allan nel turn over, è così che cresce il Napoli
Callejon, ovvero crescere ancora senza cambiare
ilnapolista © riproduzione riservata