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Le prospettive del mercato del Napoli: prende forma la squadra più giusta e sostenibile

La possibile conferma di Reina (notizia di questa mattina) porta il Napoli molto vicino alla sua definizione: le ipotesi sugli ultimi tasselli per Sarri.

Le prospettive del mercato del Napoli: prende forma la squadra più giusta e sostenibile

Memoria a breve termine

Il campionato si era chiuso con questo mantra: «Se il Napoli mantiene lo stesso organico e mette a segno un paio di colpi nei ruoli scoperti, ovvero in quelli coperti meno bene in panchina, ha fatto il mercato perfetto». Meno di un mese fa. Parole di tutti, o quasi.

Certo, è sempre esistito ed esisterà sempre il partito dei top player. Ovvero, quella fetta di tifoseria che chiede l’acquisto di calciatori forti, pronti e decisivi subito pure in barba all’età. Il problema è che questa richiesta è fuori contesto: il Napoli mette a segno operazioni di questo genere solo dopo una grande cessione, perché non ha la possibilità economica di autofinanziare un acquisto così. Che sia il colpo a costo zero con un ingaggio importante (Dani Alves) o il campione che lascia il grande club. Quindi, è un partito che ha certe ragioni – Rakitic, ad esempio, sarebbe indubbiamente meglio di Allan e Zielinski – ma che non è pienamente contestualizzato rispetto alla dimensione del Napoli. Quella tecnica, quella del blasone. Che poi è semplicemente la dimensione economica, ma vabbè.

Bypassando questo partito, ecco che ci ritroviamo con le notizie di mercato di questa mattina. Il 16 giugno, il Napoli non è riuscito a prendere Szczesny e quindi (probabilmente, stando a quanto si legge) rinnoverà con Reina per un’altra stagione. Questa operazione interna si aggiunge ai rinnovi, non scontati (Donnarumma docet) di Insigne e Mertens. Quelli dell’organico da mantenere di cui sopra. La canzone del tifo cantava per loro, cantava con loro. In più, nessun altra cessione (i calciatori appetiti hanno già rinnovato tutti) e il sentore, confermato dai rumors, che su alcuni giocatori ci sia un vero e proprio veto. Restano a Napoli, tutti. Per quest’anno. Poi, per la rivoluzione del 2018, si vedrà.

Andare oltre

Questi concetti li abbiamo già espressi. Qui, pochissimi giorni fa. Il primo step è stato quasi superato. Certo, c’è una questione sotterranea per Koulibaly, ma ci vogliono 60 milioni. In quel caso, siamo d’accordo. L’abbiamo scritto. Con valutazioni più basse, il capolavoro tecnico-economico subirebbe un ridimensionamento e quindi ci sarebbe da pensare. Quindi, a parte questa piccola digressione, possiamo dire che ci siamo.

C’è il resto, ovvero il mercato in entrata. Mettiamo insieme tutte le voci di queste settimane: il Napoli è alla ricerca di un portiere che affianchi Reina, per creare competitività o comunque iniziare a pensare al post-Pepe (con Rafael ceduto); Maggio dovrebbe andare via, quindi il Napoli dovrà prendere un terzino destro che faccia da vice-Hysaj; Strinic e Ghoulam sono vicini al rinnovo (Sky sostiene sia una precisa richiesta di Sarri); Giaccherini potrebbe andare via, esattamente come Pavoletti e Zapata; per sostituirli, il Napoli cerca uno o due esterni offensivi data la nuova collocazione certa di Mertens come prima punta.

Alle voci corrisponde un nome: Szczesny pare saltato, perché la Juve offre 4 milioni per un panchinaro e il Napoli non può competere. Si parla di Meret o Cragno, giovani da affiancare a Reina; al posto di Maggio, ecco la possibile operazione con l’Udinese per Widmer (via Pavoletti); la catena di sinistra resta immutata, così come il centrocampo; per gli esterni offensivi, i nomi (verificati, ormai) sono quelli di Ounas, Berenguer, Di Francesco. Da acquistare con i soldi in entrata per Zapata, Giaccherini, Pavoletti (eventualmente). O con quelli risparmiati con l’operazione che porterebbe Duvan al Torino in cambio di uno sconto su Maksimovic. Ci sarebbe anche Tonelli da piazzare, eventualmente.

Ipotesi

Se tutto dovesse andare in porto così come abbiamo scritto, il Napoli avrebbe fatto esattamente quanto richiestogli da un tifoso e un analista cosciente della situazione (economica e tecnica). Proviamo a scrivere la rosa, con parentesi in caso di indecisione:

Portieri: Reina, Meret (Cragno), Sepe

Difensori: Hysaj, Widmer, Koulibaly, Albiol, Chiriches, Maksimovic, Ghoulam, Strinic

Centrocampisti: Hamsik, Rog, Zielinski, Allan, Jorginho, Diawara

Attaccanti: Mertens, Milik, Insigne, Callejon, Ounas, Berenguer (Di Francesco).

Insomma, niente di poco verosimile o diversamente realistico. Un Napoli che si può costruire con un esborso di circa 20-25 milioni per i cartellini (al netto delle cessioni) e con ingaggi sostenibili. Un Napoli completo, probabilmente migliorato laddove era utile farlo (lo slot di Maggio, lo slot di Giaccherini, lo slot di Rafael).

Ecco, questo calciomercato (considerando quanta fatica deve fare, un club italiano, per trattenere i suoi migliori calciatori) sarebbe da applausi a scena aperta. Porterebbe il Napoli a un livello di completezza e qualità prospettica mai toccato in precedenza. Quattro centrali per una stagione senza Coppa d’Africa, sei centrocampisti e quattro terzini intercambiabili, sei uomini perfetti per il tridente e pure un reparto portieri strategico, lungimirante.

Conclusioni

Il preliminare superato potrebbe poi portare a un nuovo investimento, magari un colpo finale a sorpresa (vedasi sopra il top player a parametro zero). Ma è difficile immaginare sconvolgimenti. Uno degli acquisti (vedasi Widmer o uno degli esterni offensivi) potrebbe concretizzarsi con l’ingresso nella fase a gironi, ad esempio. Come abbiamo già scritto, lo sforzo economico del Napoli è rappresentato dai rinnovi. È stato già fatto, dovrà solo portare i dividendi sperati. Al netto di cessioni che paiono improbabili, quello che abbiamo ipotizzato è il miglior Napoli che si poteva costruire. Il Napoli più giusto, che punta sul mercato interno (inteso come valorizzazione del proprio parco giocatori) e sui giovani da crescere e lanciare. Per sistemare il presente, per garantirsi il futuro. Quello che deve fare il Napoli.

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