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Grazie Mino Raiola, ora Nocera non è più Inferiore

Ha squarciato l’ipocrisia dell’Italia dei bamboccioni e che ha ancora un rapporto ipocrita col denaro. Si può aspirare al meglio e allo stipendio più alto pur avendo 18 anni

Grazie Mino Raiola, ora Nocera non è più Inferiore

 

Nocera è inferiore perché dato i natali a individui ignoranti e reazionari come voi tre

La speranza è che oggi il professor Palumbo sia orgoglioso di un suo conterraneo che pure emigrò all’età di appena un anno, certamente molto distante da sé ma comunque in grado di scuotere l’Italia dei benpensanti. Nicola Palumbo, magistralmente interpretato da Stefano Satta Flores, è uno dei protagonisti di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola e pronuncia una delle frasi cult del cinema italiano. La pronuncia mettendo fine al dibattito del cineforum di Nocera appunto Inferiore dopo la proiezione di Ladri di biciclette.

Il paese dei bamboccioni

In un colpo solo, Mino Raiola, da Nocera Inferiore, più precisamente da Angri, sbatte in faccia all’Italia intera l’ipocrisia che l’avvolge e nei secoli, ahinoi, la avvolgerà. Il paese dei bamboccioni – di padoschioppana memoria – non riesce proprio a farsi capace che a diciotto anni si possa prendere in mano la propria vita e volere il meglio alla cifra più alta. A diciotto anni. Del resto in Italia accettiamo che il Censis venga trasmesso per via ereditaria e siamo costretti pure a sorbirci le ramanzine dei “figli di… De Rita” che oggi pontificano (per carità, si può discutere del senso civico di Napoli ma il pulpito ha una sua importanza).

Il pensiero di Madoff

L’Italia ha partorito anche altro. Ha partorito Mino Raiola che a un anno si è trasferito in Olanda. Che parla sette lingue. E che in un’intervista spiegò che lì a quattro anni già ti insegnano a parlare la seconda lingua. Ha fuso il cattolicesimo delle origini con il melting pot e il calvinismo olandese. Aiutava il padre con la pizzeria ma guardava anche oltre. Si è fatto le ossa con la squadra della sua seconda città natale – Harleem – e ben presto ha capito quel che di là dell’Oceano comprese perfettamente Bernard Madoff (senza seguirne le orme criminali): i più avidi sono i più ricchi. E lui con i più ricchi ci gioca, ci vive. Al punto da farsi dare Juventus e Manchester United  cinquanta milioni per la compravendita del suo Pogba.

A diciotto anni si è maggiorenni

Mino Raiola non è nemmeno sfiorato dal pensiero che a diciotto anni si possa stare con mamma e papà, al calduccio della bandiera. È un problema che Mino proprio non si pone. Per lui, a diciotto anni si è maggiorenni. Non a caso ebbe la procura di un altro golden-boy, quel Mario Balotelli che prima di gettare via buona parte di sé conquistò una copertina di Time ed era il calciatore italiano più noto nel mondo.

Ancora scossi dal Totti day

La vicenda Donnarumma ha scosso l’Italia dalle fondamenta. La stessa Italia – compreso noi – che si è ritrovata con i lacrimoni davanti alla tv a guardare l’addio di Totti dopo una vita di Roma. Raiola è l’anti-Totti. La fedeltà non sa che cosa sia. Ma poi fedeltà a cosa? Lui è fedele al suo lavoro, alla carriera dei suoi calciatori, al suo conto in banca. Ha ben chiaro il concetto che “più guadagni più sei rispettato”, perché se guadagni più di tutti vuol dire che sei il più bravo di tutti.

L’ipocrisia delle bandiere

L’Italia è ancora lì, che si chiede come sia possibile che un diciottenne possa andare nella squadra più forte del mondo a uno stipendio stratosferico. A soli diciotto anni? Praticamente in fasce. Si rifugia nell’ipocrisia delle bandiere – ditemi quale giornalista o quale altro lavoratore rifiuterebbe il trasferimento in un giornale più prestigioso al doppio o al triplo dello stipendio – per non specchiarsi nei propri limiti. Per non chiamarlo fallimento, per qualcuno suonerebbe eccessivo. Senza dimenticare che poi il discorso delle bandiere vale solo per quelli forti, tranne alcune eccezioni.

Da Nocera e da Castellammare

Mino Raiola da Nocera Inferiore ha dato e sta dando lezioni di capitalismo. Ha capito come gira il mondo e non si lascia abbindolare da sentimentalismi. Come tutti quelli che sanno fare molto bene il proprio lavoro, è uno che ha ben chiaro lo spirito dell’uomo, che sa riconoscere chi ha di fronte. E che conosce perfettamente quel che fa girare il mondo del calcio. E inoltre ha insegnato che due persone del Sud – uno di Nocera, l’altro, diciottenne, di Castellammare di Stabia – sanno far saltare il banco e andare a riscuotere. Del sottofondo melenso non sanno che cosa farsene. E danno anche una lezione all’Italia: svegliatevi, perché i più svegli (e i più bravi) vanno via.

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