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Mario Rui, il terzino di Sarri che è soprattutto un difensore

Ritratto del portoghese, accostato al Napoli nelle ultime ore di mercato: esterno basso bravo in attacco, ma con qualità importanti in fase di non possesso.

Mario Rui, il terzino di Sarri che è soprattutto un difensore

Dove e come gioca

Tutti quelli che cominciano a “studiare un calciatore” partendo dai video presenti sul web non hanno materiale molto recente su Mario Rui. Una ricerca mirata su Youtube conduce a montaggi vecchi di un anno, ma la colpa non è certo del terzino portoghese. Durante il ritiro in Trentino, luglio 2016, un brutto infortunio ha pregiudicato fin da subito la prima stagione dell’ex Empoli in una squadra di rango. Fatalmente, dunque, i video-skills che girano in rete fanno riferimento alle stagioni in Toscana del 26enne esterno basso di Sines, località sull’Atlantico della provincia di Setubal che ha dato i natali anche a Vasco da Gama – non proprio l’ultimo fesso.

In qualche modo, questa particolare condizione nel racconto del calciatore aiuta a comprendere perché il trasferimento di Mario Rui al Napoli sia diventato un’ipotesi così realistica. L’Empoli in cui si vede giocare è una squadra che ha caratteristiche similari, con le dovute proporzioni, al collettivo costruito da Sarri nei suoi due anni partenopei. È un sistema di gioco che, in qualche modo, esalta le caratteristiche di un terzino in grado di giocare all’attacco, di proporsi continuamente sull’out, di sostenere la costruzione esterna della manovra. Come Ghoulam, ecco.

Certo, le caratteristiche fisiche sono molto diverse rispetto all’algerino. Mario Rui ha un baricentro più basso, una falcata forse meno elegante ma più rapida nello scatto breve. Il controllo del pallone è tipico della “razza mancina”: tanto, tantissimo piede sinistro e una buonissima tecnica di base. E poi, anche una buona propensione al lancio lungo, inteso come cambio di gioco sull’altra fascia o come servizio sugli inserimenti laterali degli attaccanti. Una soluzione che il gioco del Napoli, costruito sullo sfruttamento dei triangoli tra terzini, mezzali ed esterno offensivo, non esplora quasi mai.

I dati

Per tutta questa serie di motivi, i dati cui faremo riferimento per analizzare meglio il tipo di gioco di Mario Rui sono riferiti alla stagione 2015/2016. Vissuta da titolare inamovibile, 36 presenze complete. La prima cosa che salta all’occhio in riferimento alle sue statistiche è un paradosso: Mario Rui è un difensore. Anzi, è soprattutto un difensore. La sua media di eventi difensivi a partita arriva a quota 6, con 122 palloni spazzati e 92 intercetti.

È un set di dati importanti, che va contestualizzato alla forza della squadra (la qualità complessiva dell’Empoli non permetteva certo grandi partite offensive ai ragazzi di Giampaolo) ma che descrive un lato di Mario Rui che forse non conoscevamo. Ghoulam, tanto per dire, non arriva a 3 eventi difensivi di media per match. A  questi dati difensivi puri vanno aggiunti quelli sui duelli one-to-one vinti: 59%, con un ottimo 60% sui take-on (la stessa quota del terzino algerino del Napoli).

E poi ci sono le statistiche offensive, a loro volta da contestualizzare: 2 assist e 31 occasioni create. Non tantissime, in effetti, ma ricordiamoci dell’Empoli. E quindi, di una struttura di gioco che ha l’intenzione di essere proattiva, ma spesso è andata a sbattere su una qualità non esattamente elevatissima. Anzi, il punto di vista va proprio ribaltato: è stato il calcio di Sarri e Giampaolo a permettere a due ciurme di calciatori di livello non eccellente di produrre un gioco gradevole, a volte anche frizzante e offensivamente redditizio.

Prospettive

Il discorso eventuale di Mario Rui al Napoli parte proprio da qui. La realtà dei fatti dice che il portoghese non ha avuto una vera occasione in una big. L’esperienza giallorossa è stata sfortunata in avvio, poi si è scontrata con la crescita di Emerson. Il Napoli sarebbe un’occasione per rilanciarsi, a patto che la situazione sia chiara dall’inizio. Come vi abbiamo scritto più volte, la soluzione più probabile per la fascia sinistra comporta il rinnovo di Ghoulam. Un pupillo di Sarri, un calciatore centrale nel suo gioco. La permanenza dell’algerino genera (genererebbe) la necessità di sostituire Strinic, stanco di recitare da controfigura. Ecco, quello slot diventerebbe di Mario Rui.

L’arrivo del portoghese, letto in quest’ottica, rappresenterebbe un lavoro di adattamento tecnico-tattico al sistema di Sarri. Con Rui al posto di Strinic, il Napoli offrirebbe a Ghoulam un’alternativa più aderente al suo gioco. Strinic ha caratteristiche meno offensive, meno di spinta, il suo appoggio alla manovra è più cerebrale che tecnicamente istintivo; è più da difensore puro che da esterno aggiunto, una figura fondamentale su quella fascia mancina dove il Napoli costruisce il suo gioco.

I dati difensivi, come abbiamo visto sopra, garantiscono poi una supplenza totale a Ghoulam. Anzi, diciamolo meglio: garantiscono che, pur con caratteristiche diverse, il Napoli non subirebbe un downgrade ampio nella fase di non possesso – rispetto a Strinic. Alla luce di queste ipotesi e di queste situazioni, lo “scambio virtuale” tra Mario Rui e il croato ex Dnipro si presenta in maniera promettente. A patto, però, di avere un titolare affidabile e di livello più alto, con gerarchie predefinite. Tipo Ghoulam, per esempio.

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