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Il passato è una cosa, la memoria un’altra: lasciamo a Insigne la bellissima 24

La numero dieci di Maradona è come la poltrona del nonno, Insigne è un fuoriclasse ma ha la 24. Che è un numero bellissimo.

Il passato è una cosa, la memoria un’altra: lasciamo a Insigne la bellissima 24

La poltrona del nonno

“Non sederti sulla poltrona del nonno” e non ci sedevamo, ma nemmeno ci importava; che la poltrona restasse al nonno, noi eravamo fuori a giocare, magari a pallone. La maglia numero 10 di Maradona ritirata da un pezzo (giustamente o meno non ha alcuna importanza, ma comunque per me è stata ritirata giustamente) è la poltrona del nonno e lasciamogliela. Andiamo ogni tanto accanto al nonno, facciamoci raccontare una storia e poi torniamo a giocare.

Guardare sempre al passato è sbagliato, ma – paradossalmente – guardare al passato è tirare fuori la questione della maglia adesso. Guardare al passato vuol dire prendere certe fissazioni che non hanno alcun significato. Il passato non è aver ritirato la maglia, il passato è parlarne adesso. Come se io domani mattina andassi al Louvre e mi portassi a casa un quadro perché è giusto che i bambini lo vedano da vicino, e che sognino l’arte come qualcosa di prossimo, di realizzabile. No, il quadro resta là. La 10 è un Bonnard, un Van Gogh, facciamo in modo (e speriamo) che nel tempo lo diventino la 24 o la 17. Insomma, non rompiamo troppo le scatole.

Il numero di Insigne

Poi è 24 è un numero meraviglioso, anche perché in un 24 ci sono nato, e poi perché è il numero di Insigne, così lo vedo, così lo immagino, così voglio ricordarlo. Il 24 è un nuovo immaginario, quello che facciamo è continuare a inventare fantasie, ci muoviamo di immaginario in immaginario e così facendo alimentiamo la speranza, non certo andando a togliere la polvere dalle teche.

La 10 se è un simbolo, lo è col nome di Maradona sopra, il resto sono chiacchiere. Mi dite che i bambini la sognano? Certo, ma non come crediamo noi, non come vorremo sognassero. Siamo noi che perdiamo tempo proiettando le nostre illusioni sui sogni dei nostri figli. Secondo me i bambini si sognano il campione di adesso col numero che ha e se dovesse cambiare numero vorranno la maglia nuova. Mio nipote su Fifa ai calciatori gli cambia i numeri, gli cambia le facce e mio nipote è uno che sa sognare.

Noi siamo quelli fissati con la maglia azzurra ma poi siamo felici perché la maglia bianca della Madonna dell’Arco porta bene. Per quanto mi riguarda ritirerei pure il gel di Callejón, per farvi capire.

Differenze

Il passato è una cosa, la memoria è un’altra. La memoria è la maglia che non c’è più alla quale possiamo tornare con un pensiero romantico, non più nostalgico, per poi concentrarci su quello che abbiamo: la 7, la 14, la 17, la 24. Che meraviglia.

Poi Insigne è un fuoriclasse, diciamolo, con delle caratteristiche tutte sue, con un gioco nuovo, tutto diverso, un modo di vedere il gioco, di dribblare, di tirare. Insigne è lui, e mi piace pensare che sia lui soltanto, che i ragazzini lo imitino, che chiedano la 24 ai genitori; e poi che possa vincere tanto, a modo suo, perché Lorenzo Insigne da Frattamaggiore non somiglia a nessuno, facciamoci caso, ripartiamo da questo, compriamo il biglietto e accontentiamoci di vederlo giocare. Per vedere la 10 avete Youtube, i DVD, i più nostalgici le VHS.

Lasciamo che Roth smetta di scrivere, i suoi libri stanno là, ogni volta che ne avremo bisogno, ecco perché si chiamano capolavori.

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