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Il governo slovacco lamenta un presunto biscotto tra Italia e Germania Under 21

Proteste ufficiali da Bratislava per il comportamento antisportivo di Italia e Germania nel match dell’Europeo Under 21. Ma l’accordo era impossibile.

Un accordo inesistente

L’accusa è di quelle forti, pesanti: «La Uefa indaghi su Italia-Germania». Parole e musica del ct dell’Under 21 slovacca Pavel Hapal. A cui fa eco il premier di Bratislava Robert Fico, che in una lettera aperta al presidente Uefa Ceferin ha chiesto un intervento ufficiale. Un estratto di questo testo: «Capisco le lacrime del nostro ct Hapal. Confido che la Uefa indaghi su questa partita e per i prossimi tornei vari una formula che privilegi la prestazione sportiva sugli accordi ingiusti».

Ecco, appunto. È solo una questione di formula, non di accordi. Tra Italia e Germania non c’è stato nessun biscotto, semplicemente perché l’Italia doveva necessariamente vincere per passare il turno. Il successo di misura maturato contro i tedeschi è diventato poi determinante anche per gli altri gironi nel momento in cui si è appreso della sconfitta della Repubblica Ceca contro la Danimarca. Quel 4-2 ha di fatto estromesso la Slovacchia – seconda a sei punti nel girone A, dietro l’Inghilterra – dall’Europeo. Sarebbe andata diversamente con un altro risultato, la Germania non ha fatto altro che prendere atto della situazione. Ha deciso, stando ai risultati incrociati, di affrontare l’Inghilterra e non la Spagna in semifinale. L’Italia non può essere stata parte di accordi, perché aveva un solo risultato utile per passare il turno.

Quindi, niente “biscotto”. Una formula rivedibile, questo sì. Qualificare quattro squadre da tre gironi è abbastanza complesso, e anche per questo la Uefa sembra orientata a sposare le sedici nazionali dalla fase finale del torneo 2021. In mezzo, la kermesse europea che si svolgerà tra Italia e San Marino nel 2019. Tavecchio ha definito «miserie umane» le accuse arrivate da Bratislava. In realtà sono solo visioni distorte alimentate dalla rabbia dell’eliminazione. E parole comode, che sfruttano un regolamento che non brilla per la sua tendenza a favorire comportamenti sportivi.

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