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Gli altri diritti tv, oggi si aprono le buste della Champions: Sky resta favorita

L’obiettivo Uefa è di incassare 2,5 miliardi per i diritti tv: nel 2003, la Champions si arrestava poco oltre i 400 milioni di ricavi dai broadcaster.

Gli altri diritti tv, oggi si aprono le buste della Champions: Sky resta favorita

Come far crescere una competizione

Mentre la Serie A si lecca le ferite per l’asta dei diritti tv, l’Europa si prepara a chiudere un’altra asta. In vendita un piatto ricco, ricchissimo. Oggi, infatti, scadono i termini per il bando italiano della Champions League: in pratica, si conoscerà il valore delle offerte dei vari broadcaster sul suolo del Belpaese interessati a trasmettere le partite della competizione continentale. Un torneo spettacolare, bellissimo, dal grande appeal televisivo. Lo capisci leggendo le cifre che hanno caratterizzato la crescita degli introiti: dai 451 milioni del 2003/2004 si è passato a 1,6 miliardi. E il prezzo è destinato a salire, come spiegato dalla Gazzetta dello Sport: l’obiettivo è di 2,5 miliardi per i diritti tv, per un fatturato complessivo di 3,4 miliardi. Di questi, 2,4 finiranno ai club iscritti.

Fondamentale, per l’aumento del valore, anche la riforma che entrerà in vigore dalla prossima stagione, e porterà i quattro club più importanti di Spagna, Inghilterra, Germania e Italia alla fase a gironi. Secondo le indiscrezioni, non dovrebbe ripetersi l’exploit del 2015 firmato Mediaset. L’azienda del biscione, due anni fa, acquistò l’esclusiva dei diritti per 690 milioni di euro per il triennio. Un esborso da cui non è mai rientrata. Ecco che allora Sky torna ad essere in vantaggio, almeno per quanto riguarda la pay tv. Anche la Rai sarebbe interessata al pacchetto in chiaro, mentre Tim non dovrebbe presentare proposte. Dal Regno Unito sono arrivati 1,37 miliardi, dalla Francia 1; ora tocca all’Italia, poi sarà la volta della Spagna.

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