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Crosetti sul ritorno di Agricola: «Una scelta tra provocazione e sfida»

Corsera e Repubblica scrivono del ritorno dell’ex medico sociale bianconero, prescritto in un processo per doping. L’invettiva di Crosetti.

Crosetti sul ritorno di Agricola: «Una scelta tra provocazione e sfida»

Conferme sparse

«In Italial avorano circa 240mila medici, ma uno soltanto era responsabile dello staff sanitario della Juventus al processo per doping». Si apre così il pezzo che Maurizio Crosetti, su Repubblica, dedica al caso Agricola. La conferma dell’indiscrezione circolata ieri sul ritorno “a casa” del medico della Juventus (anzi, complimenti a ilbianconero.com, primo sito a dare la notizia) arriva sul quotidiano romano, ma anche sul Corriere della Sera. Come dire: lo sanno tutti, ormai. Tranne La Stampa, che non riporta la notizia.

Il pezzo di Repubblica, si capisce subito dal tono, è molto severo. Anche se poi spiega che Riccardo Agricola diventerà «il direttore sanitario dello JMedical, la struttura non appartenente alla Juventus, come ribadito ieri dal club, ma dalla Juventus controllata e a lei vicinissima».

Clamoroso

«Clamoroso e forse inopportuno ritorno». Scrive così, Crosetti. Che poi si pone e pone alcune domande inquietanti: «Agricola, 71 anni, rappresenta dunque il più clamoroso dei ritorni in bianconero e forse non il più opportuno. Perché ai giocatori juventini, giovani e sanissimi, venivano somministrati psicofarmaci? Perché il sangue di alcuni di loro era denso come marmellata? Quella di Agricola è una scelta tra la provocazione e la sfida, non si capisce bene a chi».

La chiusura del pezzo di Crosetti, che facciamo nostra: «Si ha un bel dire che esiste un accanimento mediatico contro quella lunga stagione bianconera, tra legittimi trionfi sportivi, processi per doping, scudetti cancellati, schede telefoniche e retrocessione in B, ma è la stessa Juventus a non incoraggiare un oblio che in parte le gioverebbe». Invece no, il ritorno di Agricola ormai è quasi una certezza. Già passata per la gogna dei social e delle polemiche. Stavolta, vedasi i 240mila medici, abbastanza evitabili.

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