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Berenguer, un’ala intelligente che può crescere alla scuola di Callejon

La doppia fase è una delle caratteristiche più visibili in un profilo scouting di Berenguer, esterno che interpreta il ruolo in chiave moderna.

Per ricostruire la figura, la carriera e le caratteristiche di Berenguer, per farsi un’idea di chi possa essere, bisogna fare una ricerca incrociata. Gli articoli, le statistiche, i video skills. La sensazione, alla fine di questo piccolo viaggio, è in qualche modo circolare: vuoi vedere chi è, vuoi scoprire ancora di più. L’anteprima che hai costruito grazie ai supporti di internet non ti basta, vuoi vederlo giocare e confermare metà delle premesse con cui questo calciatore si presenta in rete. È l’era Youtube, filmati e video sensazionalistici che non si negano a nessuno. Ma dicevamo lo stesso anche per Marko Rog, l’anno scorso, che nessuno l’aveva mai visto giocare. È andata discretamente.

Velocità

Una primissima lettura, una suggestione superficiale dopo aver visto qualche video skills, è quella del calciatore veloce. Veloce nel rapporto con la palla, veloce con il pensiero, veloce in senso assoluto, cioè con le gambe. Berenguer porta scritto Alex dietro la maglia, ed è uno che spesso scappa via all’avversario. Soprattutto in attacco, Berenguer è uno che scatta: testa bassa, conduzione della palla effettuata soprattutto col piede destro e con la testa bassa, che punta il terreno e prepara lo sprint.

Il posizionamento è incerto: Berenguer sembra saper e poter giocare a destra come a sinistra, spazia tra le due fasce. È chiaramente un esterno, nel senso che è più riconducibile a un’ala vecchio stampo che a un regista laterale come Insigne. La sua idea fissa è quella di attaccare. Lo spazio dietro la linea, la porta avversaria. Berenguer corre veloce e cerca di creare i presupposti per il gol, sempre. È la caratteristica che viene fuori in maniera più prepotente, ma qui siamo solo nel campo dei video-skills. Quelli dicono e mostrano solamente le cose belle.

Le statistiche

I numeri di Berenguer, ovviamente, raccontano una storia leggermente diversa. Meno fantastica, meno travolgente. Sono statistiche da calciatore normale, ma comunque evidenziano ancora le caratteristiche migliori del calciatore navarro. Anzi, riescono ad ampliare il campo d’azione perché spiegano che esiste anche l’altro lato della medaglia, uno svolgimento del tema anche in fase difensiva. Berenguer è un esterno moderno, che sa di dover interpretare il ruolo anche in chiave difensiva. Da questo punto di vista, i dati sorridono in maniera convinta, strizzano l’occhio alle capacità offensive: 96 eventi difensivi in 2117 minuti di gioco, il 50% dei tackle riusciti. La testimonianza numerica, oggettiva e quindi incontestabile della sua dimensione possibile di vice-Callejon. Nel senso totale del termine.

Poi c’è la conferma di una pericolosità offensiva reale, d’appoggio ma sostanziale: durante questa stagione un solo gol segnato, lo vedete sotto. Ma anche e soprattutto 7 assist vincenti e 17 occasioni create. In pratica, Alex Berenguer gioca a calcio secondo lo schema dell’intelligenza: quello che serve alla squadra, quando serve alla squadra. All’Osasuna, evidentemente, è servito molto un Berenguer in grado di coprire le falle dei compagni. Cosa che è avvenuta, lo leggi nei dati. In una squadra dal gioco più dominante e dai valori più alti, Berenguer potrebbe esprimersi alla stessa maniera bilanciando in maniera diversa il suo contributo. Le qualità sembrano esserci, senza dubbio.

L’unico gol stagionale, contro l’Alaves

Vice-Callejon

Alex Berenguer compirà 22 anni due giorni dopo l’inizio del ritiro di Dimaro. Questa è l’ultima parte della suggestione positiva che ti rimane dopo aver viaggiato, in internet, alla ricerca di qualche informazione in più. Non è cosa da poco, in quanto segnala e certifica una possibile e realistica appartenenza al target del progetto Napoli. Tutte queste belle premesse, però, andrebbero comunque verificate nel sistema di gioco di Sarri e in un contesto molto più competitivo, all’interno e all’esterno. Il Napoli non è l’Osasuna. Per fortuna, verrebbe da dire.

Sotto, l’ultimo piccolo dato a supporto. È la mappa di calore di una sua partita in Liga, giocata per intero (Osasuna-Malaga). Ecco, in questi dati posizionali e nelle statistiche avanzate si legge un destino quasi ineluttabile di vice-Callejon: 86% di tackle riusciti, 5 eventi difensivi tra palloni intercettati e passaggi avversari bloccati. L’equilibrio, la continuità nel gioco e pure la pericolosità, con 3 cross tentati e un passaggio chiave riuscito. Meglio in fase difensiva che in fase offensiva, in una squadra che ha vinto solo quattro partite nell’ultimo campionato. Ecco perché c’è tanta voglia di vederlo in una squadra che attacca, diverte, vince. Il Napoli sarebbe perfetto, e Berenguer sarebbe perfetto per il Napoli. Potrebbe finalmente cominciare la costruzione di un eventuale erede per la numero 7 azzurra. Non è detto che debba andar bene, certo. Ma non possiamo pensare debba andare per forza male. Le premesse, se di Berenguer si tratterà, inducono a essere quantomeno ottimisti.

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