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Mi tolgo il cappello davanti al Napoli di Sarri e a Totti

La “Cucchiarellaggiro” di Insigne, la bellezza del gioco e poi: la dieci non si tocca ma assegniamo la nove, anche a Giaccherini va bene

Mi tolgo il cappello davanti al Napoli di Sarri e a Totti

La pezza, la puzza

– Il Napoli chiude la stagione a 86 punti con un girone di ritorno pazzesco: 15 vittorie, 3 pari e una sconfitta. In trasferta addirittura en plein di vittorie e solo un pareggio in quel nefasto pomeriggio emiliano.

– Nel girone di andata invece non si è riusciti a realizzare gli stessi numeri nonostante un buon inizio. La brutta sconfitta di Bergamo, l’infortunio di Albiol, quello di Milik, l’impiego di Mertens che sembrava una pezza e quello di Gabbiadini che sembrava una puzza ha un po’ scombussolato la squadra che ha impiegato quasi due mesi per trovare i giusti meccanismi.

– Un paio di vittorie più sofferte del dovuto, la doppia sfida con il Real che ha tolto qualche punto e poi circo all’infinto sino al termine macchiato solo da una coppa Italia che grida ancora vendetta e un retropassaggio assassino.

Domani

Il finale è stato esaltante, surclassando avversari e record, seppur in tasca ci ritroviamo il minimo passeggiando pericolosamente sul filo di un preliminare che però oggi non fa così paura.

– I rinnovi di alcuni giocatori fondamentali, la sensazione che la squadra non subirà in estate sottrazioni importanti e l’idea che questo gruppo possa ancor più consolidarsi e proseguire su un sentiero che non ha il sapore dell’ignoto ma della consapevolezza, lascia spazio a certezze più che a speranze.

– La squadra e Sarri hanno avuto una crescita esponenziale. Lo dimostrano i numeri e il gioco sfavillante per la prima e le ultime interviste con riflessioni più rivolte al futuro che al passato per il secondo.

Un discorso sulla bellezza

– Di Sarri e del suo gioco si è parlato tanto. Mi ha particolarmente colpito la questione gioco bello=zero titoli contrapposto evidentemente alla Juve che della vincente palla al fosso per un periodo è diventata un’icona.

A mio avviso, la bellezza del gioco è importante non tanto per la bellezza in sé, ma perché ritengo che questo modo di esprimersi abbia col tempo dato sempre più sicurezza ad una squadra giovane che comunque ha un gap importante rispetto ai prossimi facili vincitori della Champions.

Juventus

Quest’anno ho criticato due volte il mister: per la sconfitta allo Juventus Stadium in campionato. Con l’esperienza patita l’anno precedente con il gol balordo di Zaza, mi sarei aspettato un Napoli più sfacciato e meno timoroso. Invece l’uscita di Insigne sull’1-1 mi diede tanto la sensazione di remi in barca. E perdere quando si smette di giocare per non perdere è, secondo me, il segnale peggiore che si può dare a una squadra.

E la partita di ritorno al San Paolo di coppa Italia, dopo il ratto subito sempre allo JS. Il campionato ormai si stava avviando al solito epilogo, in Champions più non si poteva fare contro il Real, per me la Coppa Italia doveva essere affrontata con la squadra delle certezze. Il doppio svantaggio, seppur maturato in seguito a gravi errori arbitrali, poteva essere rimontato solo con la migliore formazione. Invece, per salvaguardare il piazzamento in classifica e puntare tutto sulla Lazio, in quella partita, vinta comunque 3-2, scesero in campo Chiriches e non Albiol che tre giorni prima aveva annullato Higuain, protagonista in quella occasione della nostra esclusione e in attacco abbiamo visto al posto dell’indemoniato Mertens, un Milik ancora alla ricerca della miglior forma.

Dries e Lorenzo

– Le sorprese positive a cui ho creduto poco durante la stagione sono: in primis, Mertens centravanti. Dopo la prima partita in cui al cospetto di Fazio mi sembrò una fragile pulce, non avrei mai pensato che potesse arrivare ai livelli e ai gol che invece ha raggiunto e realizzato.

Insigne. L’inizio è stato pessimo così come la mistura al miele con cui si è presentato in campo. Col passare del tempo, ha perso il colore posticcio e ha ridotto i tiri a giro. È diventato puro, il più continuo di tutta la truppa anche nelle partite difficili, sfornando prestazioni sempre più crescenti fino a diventare uomo squadra e inventore della cuchiarellaggiro che ieri ha trovato la meritata soddisfazione.

Il Crotone. Mai avrei pensato che potesse salvarsi.

La nove

– Seppur continui a pensare che la 10 debba rimanere in esposizione e mai sfiorata, in quanto simbolo del Napoli nel mondo nei secoli a venire, (anche perché non ho mai capito il motivo per il quale la si volesse far indossare a Hamsik e Insigne che mai hanno avuto quel numero dietro le spalle), ritengo invece che la 9 necessiti di un titolare. Che sia Giaccherini, Zerbin o il primo passante, scrolliamoci di dosso il tanfo vedovile che sa tanto di chiuso, ridiamo luce alla maglia del gol e guardiamo finalmente avanti.

– A proposito di 10, ieri Totti, uno della mia generazione, ha dato l’addio. Non voglio dilungarmi su ciò che è stato e su ciò che ha fatto, dico solo che, nel corso degli anni, il calcio, tra scandali, imbrogli, biscotti, business, procuratori, razzismo, doping, scommesse, 14 rigori, Rizzoli e odio, ha sempre meno motivi per essere seguito con la stessa passione di un tempo, ma io continuo ad amarlo profondamente e per questo mi tolgo il cappello davanti al Napoli di Sarri e a Totti.

– Anche ieri a Genova la moda dei cori contro Napoli ha trovato spazio e finalmente un poco di eco. I tifosi della Scansdoria avrebbero dovuto invece ringraziare per lo spettacolo a cui hanno potuto assistere in campo.

– Il campionato si è chiuso con una giornata vera in cui le genovesi hanno fatto il proprio dovere. E se devo dirla tutta, a parte la villeggiatura incolore a Roma, le ultime partite a me sono sembrate tutte partecipate e regolari.

– Cosa rimane oltre il preliminare e la solita estate di chiacchiere e gossip?
Come ogni ultima giornata degli ultimi 3 campionati ieri è stata l’ultima di Maggio.

A margine

Un pensiero profondo per fosso scansato Lapadula che ha rifiutato Napoli per il grande Milan.

Ma alla fine l’Inter è andata in Champions?

Forse aveva ragione Bossi su Roma…

Date la 9 a Giaccherini

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.

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