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Riapre la casa del grande Torino: inaugurato il nuovo Filadelfia

La rassegna stampa del FIladelfia-Day: l’asta di Cairo per completare i lavori, il passato e il futuro del Torino, il significato di questa riapertura.

Riapre la casa del grande Torino: inaugurato il nuovo Filadelfia

A due passi dallo stadio Grande Torino

Ieri è stato un giorno bello per tutti i tifosi granata, ma un po’ anche per tutti gli appassionati di calcio italiani. Dopo anni di promesse, ecco di nuovo la casa del Grande Torino. Lo stadio Filadelfia riapre i battenti, a pochi passi dall’attuale catino granata, che da un anno è intitolato proprio alla memoria del grande Torino. Tutti i quotidiani danno ampio risalto a una storia tanto romantica e così poco calata nel calcio di oggi. La Gazzetta dello Sport racconta il «one man show» di Cairo, che mette all’asta i seggiolini per sovvenzionare l’ultima parte dei lavori. Quella che porterà alla costruzione del museo, della sede, della foresteria.

Anche Repubblica racconta questa storia, condendola con il romanticismo della presenza del 91enne Sauro Tomà. Ovvero, un superstite di Superga, calciatore del Grande Torino scampato alla strage per un infortunio. Il quotidiano racconta così il nuovo Fila: «Il Filadelfia adesso è una tribuna di cemento, tre gradinate basse, un prato molto verde, dei magnifici spogliatoi con gli armadietti di legno e molti vuoti ancora da riempire: ci sono lo scheletro e la pelle, manca il sistema sanguigno, il modo per portarci dentro la gente»

Altre testimonianza

Il Corriere della Sera fa respirare la storia: «Il Filadelfia 3.0 è una grande tribuna da 2 mila posti che diventano 4 mila con le scarne gradinate sugli altri tre lati; i dodici pennoni della memoria dedicati al Grande Torino, a Ferrini e Meroni, ai campioni d’Italia del 1928 e del 1976; i resti di due curve, testimonianze dell’impianto che fu; un altro campo oltre la tribuna; e, fuori, la scritta antica sul muro “ingresso popolari laterali militari balilla” e la cornice della collina e dei palazzi imbandierati granata». Del resto, in questo stadio – almeno nella sua vecchia versione – il Torino ha vinto sei dei suoi sette scudetti. Anzi, l’ottavo – quello revocato nel 1927 – è stato espressamente richiesto da Cairo nel giorno dell’inaugurazione.

Chiudiamo la rassegna con il pezzo della Stampa. Che, prima di tutto, dà un po’ i numeri: «10. Come le ore in cui sarà aperto ogni giorno, dalle 10 alle 20; 800, come i seggiolini venduti attraverso lo stratagemma dell’asta per finanziare l’ultima parte dei lavori». Infine, la promessa di Cairo: «Ora puntiamo al ritorno in Europa». Gli fa eco Mondonico, intervistato dal quotidiano torinese: «Questo impianto può valere dieci punti in più in classifica». Sarebbe bello se fosse davvero così.

 

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