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Il Napoli che vincerà è quello di Koulibaly che spazza il pallone in tribuna

Le palombelle lasciamole alla spiaggia, il Napoli sta lavorando su di sé: ci serve il cinismo del Regno dei Cieli. Gli scambi al volo sono come il cibo bio

Il Napoli che vincerà è quello di Koulibaly che spazza il pallone in tribuna

Preferisco la squadra che ha battuto l’Inter

Di quelli visti negli ultimi due turni di campionato, io scommetto sul Napoli visto a Milano contro l’Inter come quello che punta a strappare il secondo posto e ad aggiudicarsi il titolo nei prossimi anni. Che sbarra casa e salta in arcione sui tre punti con un solo chiodo ben piazzato, peraltro rubato al povero Nagatomo da un Callejon versione Hermes, dio dei ladri e protettore dei luridi smerciatori, che raccoglie il frutto di una semina di paura ed oppressione durata novanta minuti e oltre sul San Siro nerazzurro.

Contro il Cagliari la sagra della scucchiaiata

Sabato pomeriggio, invece, è stato un nuovo florilegio di meme sui social network con la fitta trama di passaggi consecutivi ottenuti addirittura ai danni del Cagliari. Terzultima difesa del campionato. Un antico allenatore, precursore dell’odierno 4-3-3 con esterni alti, durante un ritiro sulla montagna, paragonò il vincitore – che gli piaceva soprannominare “il Regno dei Cieli” – a ciò che toglierà definitivamente ai poveri anche quel poco che hanno, concedendo in abbondanza solo ai ricchi di talento.

I sardi sono la vittima sacrificale perfetta per la parabola, col capo chino sull’altare, nullatenenti dichiarati, ma il Napoli dei primi quarantacinque minuti preferisce inaugurare la sagra della scucchiaiata. Si vedono pallonetti piovere da ogni angolo del campo. Uno da centrocampo, ovviamente non riuscito, ma che imbolsisce lo stadio gremito. Poi uno ancora più inutile davanti al portiere. Fallito. E di errore in errore si torna lento pede a narrare delle luminose gesta degli eroi, i grafici delle leggi del moto dei centrocampisti, l’intramontabile possesso palla – che ormai risolve le serate, tipo un pezzo a caso dei Clash – e via discorrendo. Di reti se ne fanno tre ma c’è tempo per riuscire a prenderne anche una, dai fuochi fatui di undici fantasmi rossoblu al San Paolo – che il santo stesso deve aver accolto successivamente nei cieli.

Gli scambi al volo sono come il cibo bio

Koulibaly che spazza via oltre il tempo regolamentare, questo è a mio avviso il Napoli che vincerà. Io scommetto su quello: padrone e nuovo. Nel nostro DNA mancano entrambi gli aggettivi, ma la squadra ci si sta lavorando. Nel nostro sangue ristagna invece un certo hipsterismo calcistico latente che è facile preda di mondi colorati, di scambi al volo che non sono neppure narcisistici ma solo sfaccendati, come le animate discussioni dei radicali seguaci dei cibi bio o della religione dello zucchero di canna nel caffè. Ci serve qualche ritorno alla potenza delle cagliose, alle dolci laconicità delle ferite degli avversari su cui si versano tonnellate di sale. Ci serve il cinismo del Regno dei Cieli. Quel Napoli esiste e sta pian piano venendo fuori. Concede ogni tanto centimetri a qualche illusione new age per poi risvegliarsi bruscamente a Sassuolo, ma esiste.

Le palombelle lasciamole alla spiaggia

Io scommetto su quella fiammella. Che finalmente bruci e muti una discreta stagione al terzo posto in un’ottima annata al secondo, innescando quel ciclo di tre qualificazioni Champions consecutive che Vincenzo Imperatore ha ben spiegato – in un’assai interessante puntata di Radio Napolista – essere il viatico alla vittoria dello scudetto. Allora vai Napoli, vai Koulibaly. Spazzala. Vai Callejon. Ruba. Poi le palombelle le faremo sulla spiaggia, tra una sigaretta e una minerale.

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