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Il Napoli di questa stagione è stato dietro a Juve e Real Madrid: cosa chiedere di più?

La Roma e la Champions sono a un solo punto, ma la distanza tra il Napoli e i grandi trofei l’hanno fatta le due squadre che si giocheranno la Champions.

Il Napoli di questa stagione è stato dietro a Juve e Real Madrid: cosa chiedere di più?

Si può fare di più? Probabilmente no. Il Napoli è stato eliminato dal Real Madrid in Champions e dalla Juventus in coppa Italia (e con le modalità che tutti ricorderanno nella partita di andata). Vale a dire che la squadra di Sarri è stata eliminata dalle due competizioni a eliminazione diretta dalle molto probabili finaliste della Champions, cioè le due squadre più forti d’Europa, se non sulla carta almeno nei risultati.

A entrambe le squadre, inoltre, ha segnato almeno un gol in ogni partita. Contro il Real perdendo per due volte per 3-1 e contro la Juve giocando in tutto ben quattro incontri in stagione e realizzando una media 1,5 gol a partita. Il Monaco, sconfitto mercoledì per 2-0 in casa, ha realizzato in questa stagione quasi 150 reti. Come il Napoli fa dell’attacco il proprio punto forte, ma l’altro ieri non ha creato più di due o tre palle gol.

Juve insuperabile

E se nelle competizioni a eliminazioni diretta il Napoli è stato fatto fuori da club che al momento non appaiono alla nostra portata, in campionato il discorso è lo stesso. Lo vincerà la Juve, insuperabile in questo momento in un torneo lungo. Quello che resta da fare per dimostrare che proprio di più non si poteva fare è arrivare secondi.

Dunque bisognerà recuperare quel punticino a una Roma che appare scarica, corrosa dalle polemiche sul ritiro di Totti, sulle simulazioni di Strootman, sull’addio del proprio tecnico, e a corto di energie soprattutto mentali per reggere il confronto con una squadra in palla che sembra anche aver registrato meglio la difesa nelle ultime giornate.

Giova ricordare che il Napoli nelle ultime quattro gare di campionato ha subito gol soltanto contro il Sassuolo mentre ha tenuto inviolata la porta contro l’Udinese in casa e soprattutto contro Lazio e Inter in trasferta.

Qualcosa di nuovo

E proprio contro l’Inter si è assistito a un cambio di registro in difesa. I difensori, invece di uscire dalla propria trequarti sempre col fraseggio, in più di una circostanza si sono sottratti al pressing con lanci lunghi, così da evitare qualsiasi errore individuale. Diciamo la verità, quanto è bello uscire palla al piede, ma quanto è pericoloso. Un sano e liberatorio rinvio alla “viva il parroco” consente ogni tanto alla squadra di risalire e di non correre alcun rischio, anche se riconsegni la palla all’avversario.

Resta da ricordare, infine, che di punti buttati in pareggi in questa stagione ce ne sono stati ancora troppi, ma che tre delle quattro sconfitte di questo campionato (con Atalanta a Bergamo, con la Juve a Torino e con la Roma al San Paolo) sono arrivate nel momento più critico del campionato, quando contemporaneamente si sono persi il leader della difesa, Albiol, e l’attaccante più prolifico fino a quel momento, Milik. A quell’epoca si puntava su Gabbiadini mentre l’esperimento di Mertens prima punta era appena agli inizi.

Senza quel periodo di sbandamento, in cui arrivarono anche i pari interni con Lazio e Sassuolo, forse il discorso secondo posto sarebbe già chiuso (e magari sarebbe ancora aperto quello per lo scudetto). Ma se il secondo posto dovesse arrivare francamente in pochi, risultati alla mano, potrebbero dire che si poteva fare di più, a meno di non volerci convincere che il Napoli è più forte di Juve e Real Madrid.

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