ilNapolista

Cinquant’anni fa, il Napoli fu vicino all’acquisto di Gigi Riva e gridò al complotto del Nord

Calciomercato 1967, Gioacchino Lauro provò a portare l’attaccante a Napoli. Valeva 450 milioni e il Cagliari era in crisi finanziaria. Poi si inserì la Juventus e Angelo Moratti ripianò i debiti della società sarda.

Cinquant’anni fa, il Napoli fu vicino all’acquisto di Gigi Riva e gridò al complotto del Nord

Non era ancora Rombo di tuono

Si gioca Napoli-Cagliari. E quando si parla del Cagliari, viene in mente solo un calciatore. Lui. Gigi Riva. Breraniamente, Rombo di tuono. Nel 1967, Riva non era ancora Rombo di tuono. Stava per concludere la sua quarta stagione consecutiva con la maglia del Cagliari. In panchina c’era già Scopigno – l’allenatore dello scudetto del 1970 – e il bomber di Leggiuno stava per vincere il suo primo titolo di capocannoniere della Serie A con 18 reti. In Nazionale aveva giocato tre delle quarantadue partite finali. E zero gol. Alla fine saranno trantacinque.

Il Cagliari navigava in cattive acque finanziarie

In quell’anno, tra maggio e giugno, Riva fu al centro di un intrigo di calciomercato. Il Cagliari navigava in cattive acque finanziarie. Il presidente Enrico Rocca, che gestiva il Cagliari con un altro imprenditore, Aldo Arrica, era alla ricerca di una soluzione ai debiti della società. Una strada era la cessione del gioiello. Rocca – così riporta Il Mattino nei giorni a cavallo tra maggio e giugno 1967 – “è preoccupato per le casse del sodalizio ed anche per la propria esposizione personale finanziaria (si parladi un credito di 350 milioni circa) e sarebbe quindi favorevolmente orientato verso la vendita del giocatore.

In questo caso Riva dovrebbe essere ceduto al Napoli visto che i dirigenti del sodalizio partenopeo già all’epoca della trasferta in Sardegna allacciarono bene avviate trattative che sono state costantemente aggiornate. In seno al Consiglio, però, Rocca ha una forte opposizione che vede nella cessione di riva l’inizio di un sfaldamento della squadra”.

Presidente era Gioacchino Lauro

Nel 1967 il presidente del Napoli era Gioacchino Lauro. In panchina c’era Pesaola. In campo, Sivori e Altafini. L’anno del crollo dell’Inter di Herrera che perse finale di Coppa dei Campioni e scudetto con la sconfitta di Mantova favorita dalla papera di Sarti. L’anno in cui, a San Siro, venne espulso Sivori che uscendo dal campo tracciò il segno dello scudetto sulla maglietta come a dire: “Lo scudetto potete vincerlo se mi cacciate dal campo”.

Corsi e ricorsi storici, al Napoli servono uno-due colpi per dare l’assalto allo scudetto. In un’intervista concessa sempre al Mattino, il presidente Gioacchino Lauro dichiara: «A fare i conti dei punti perduti malamente, di quelli cioè che sul momento sembravano già conquistati, ci si accorge che il Napoli poteva avere cinque sei punti in più: si poteva comodamente arrivare ad uno spareggio a tre per lo scudetto. Per me il Napoli è già da scudetto. Ha bisogno solo di qualche ritocco: cercheremo di farlo».

Riva poteva essere acquistato per 450 milioni

Per quanti soldi il Cagliari avrebbe venduto Riva? La somma si aggirava più o meno sui 450 milioni di lire. Furono giorni di trattative, di speranze aperte e poi richiuse. Il Cagliari cercava ottanta milioni per l’aumento di capitale. Intanto cominciarono a circolare altri nomi. Uno su tutti: Gigi Meroni. E soprattutto la Juventus si inserì nella trattativa. Così, in quei giorni, scriveva Il Mattino:

Al Napoli si ha l’impressione che al mancato raggiungimento dell’accordo per Riva non siano del tutti estranei gli interssi contrastanti delle altre “grandi” del campionato; sentendosi boicottati i dirigenti del Napoli intenderebbero, con una manovra che in Borsa viene chiamata aggiotaggio, lanciare sul mercato i loro “pezzi” migliori per poterne controllare l’andamento. Altafini, ad esempio, potrebbe essereanche dichiarato cedibile al pari di Sivori e Juliano.

L’inserimento della Juventus e le dimissioni del presidente del Cagliari

A metà giugno, improvvise, arrivarono le dimissioni del presidente del Cagliari Rocca con una lettera indirizzata al vice Arrica e al consiglio d’amministrazione. Dimissioni che Il Mattino lesse così: “Un’ipotesi che si sussurra in ambiente solitamente bene informati è questa: Rocca a suo tempo aveva promesso al Napoli un diritto di prelazione su Riva. Avendo trovato al suo ritorno in Italia che la situazione era stata modificata in favore di altre società, si sarebbe dimesso pernon venir meno alla parola data”. Mentre il Cagliari aprì una sottoscrizione tra i tifosi per raccogliere soldi al fine di evitare la dolorosa partenza dell’attaccante.

Fu Angelo Moratti a versare i soldi al Cagliari

Al colpo di scena ne seguirono altri due in pochi giorni. Il primo fu la sottoscrizione da parte di quattro anonimi sostenitori di 140 milioni per risanare la casse del Cagliari ed evitare la vendita di Gigi Riva. La seconda fu che dietro questa sottoscrizione c’era in realtà Angelo Moratti che con la sua Saras acquistò il 25% del pacchetto azionario della società, altri pacchetti andarono alla Timavo e alla Snia Viscosa. Un’operazione smentita dal vicepresidente interista Peppino Prisco; smentita cui non credette nessuno.

Questo è il commento che apparve sul quotidiano di via Chiatamone:

Scandalo o “giallo”? La misteriosa operazione finanziaria che ha improvvisamente permesso al Cagliari di rafforzare il proprio bilancio e di non cedere Riva ha sconvolto il già malsicuro mondo del calcio. (…) Appena sono venuti fuori i nomi dei “salvatori” della patria cagliaritana, appena si è appreso che l’iniziativa era stata condotta da un ben individuato gruppo di industrie legate a Milano e da qualche anno operanti in Sardegna, a Cagliari è suonato l’allarme e negli ambienti calcistici sono affiorati i primi legittimi dubbi. (…) A prescindere dal clamoroso “colpo di mano” realizzato ai danni del Napoli e della Juve, ci troviamo di fronte ad un’evidentissima forma di ingerenza di una grossa società nei confronti di un piccolo sodalizio.

L’anno dopo il Napoli, senza Riva, si classificò secondo alle spalle del Milan di Nereo Rocco. Nel 1969, il 22 novembre, con la maglia della Nazionale, proprio allo stadio San Paolo Gigi Riva segnò uno dei gol più della sua carriera con un colpo di testa in tuffo contro la Germania Est. Alla fine di quella stagione, il Cagliari vinse il primo e unico scudetto della sua storia.

ilnapolista © riproduzione riservata