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Napoli è un ambiente calcistico difficile? Forse, ma altrove stanno pure peggio

Intorno al Napoli c’è la sindrome del giardino verde del vicino. Le nostre beghe, oggi, sono solo tempeste in un bicchiere d’acqua.

Napoli è un ambiente calcistico difficile? Forse, ma altrove stanno pure peggio

Un altro tipo di birdwatching

Qualche tempo fa, sul Napolista, pubblicammo un pezzo in cui si invitavano i tifosi (del Napoli) a fare birdwatching sugli altri progetti dei club di Serie A. In quel caso, il tema del pezzo era riferito alla progettualità riferita ai fatti di campo. Il mercato, la prossima stagione, quello che c’era da fare e da cambiare e da migliorare. Insomma, ci rendemmo conto che – Juventus a parte – il Napoli non è che presentasse criticità così forti in relazione a tutto quello che doveva essere.

Oggi vi proponiamo un birdwatching di altro tipo. Di tipo ambientale. Nel senso: la Napoli del calcio, negli ultimi giorni, è in tumulto (o quasi) perché il presidente del Napoli calcio avrebbe apostrofato con una battuta infelice il suo portiere durante una cena con i familiari al seguito. Nulla è dimostrato e dimostrabile, facciamo pure che sia così. In virtù di questo atteggiamento, il portiere in questione avrebbe rilasciato dei tweet poco edificanti sul sopraccitato presidente – e con lui la moglie. In tutto questo, questo portiere ha il contratto in scadenza nel 2018 e il Napoli ha fatto e sta facendo il possibile per acquistare colui che potrà sostituirlo. Subito, nel giro di un anno.

Una tempesta in un bicchiere d’acqua

Per carità, una cosa sgradevole. Molto sgradevole. Gestita male, da tutti. Il lato comunicativo, interno ed esterno, è una pecca del Napoli. dal punto di vista sportivo, però, la società era ed è già al lavoro per rimediare a questa situazione. Anzi, era già al lavoro per prevenire una situazione riferita a Reina anche e solo dal semplice riscontro del campo.

Insomma, come dire: una cosa sgradevole ma che sta a sé. Un caso piccolo piccolo, l’unica cosa che c’è da scrivere sul Napoli in questi giorni. A parte il campo, i numeri, i record e il distacco dalla Juventus, le indiscrezioni di mercato. In entrata, soprattutto. In uscita c’è poco, quasi nulla. Qualche rumors dall’Inghilterra per Koulibaly, Pavoletti che interessa a qualche club di Serie A. Sparite, improvvisamente, tutte le squadre top che avrebbero ricoperto d’oro Mertens. E Insigne.

Gli altri ambienti

Ecco, qui facciamo birdwatching. Rifacciamolo, che ci fa bene. In un’altra cena, a qualche chilometro da Napoli, il capitano 41enne di una squadra di calcio seconda in classifica invita tutti i compagni meno l’allenatore. Pochi chilometri più a nord, zona Firenze, i due patron del club cittadino si parlano a distanza mentre la tifoseria chiede chiarezza e trasparenza. A Milano, proprio questa mattina, si parla dell’aut aut del Milan a Donnarumma. «O firmi o ti fermi», così titola la Gazzetta dello Sport.

Nell’altra Milano, due calciatori sono stati esclusi dall’ultima partita per intemperanze comportamentali. A Torino, al di là di un presidente a processo per presunte collusioni con la criminalità, si prepara una finale di Champions. Ma in stagione il difensore più forte del mondo (secondo il Telegraph), Leonardo Bonucci, è stato messo in tribuna dopo aver litigato con l’allenatore.

Tutto il mondo è paese

Insomma, noi non siamo perfetti. Noi intesi come Napoli, come ambiente di commento e di analisi. Ma nessuno lo è. Nessuno lo è mai stato. La gestione di una squadra di calcio potrebbe/dovrebbe avvenire senza l’ansia perenne del giardino del vicino. Solo che non ce ne rendiamo conto, non ci riusciamo, abbiamo il feticismo della polemica. Della polemica per forza. Non ci rendiamo conto che il nostro ecosistema calcistico non è molto diverso da quello degli altri, anzi talvolta è addirittura più tranquillo.

Un esempio

In una conversazione tra napolisti in redazione, un napolista dice a un altro: «Una volta, a Roma, ho visto una cosa divertentissima: un portiere titolare esce per infortunio al 20esimo del primo tempo e tutto l’Olimpico fischiava la riserva che stava entrando. E ha continuato a fischiarlo per 70′, fino alla fine della partita. Un proprio calciatore. Roma calcistica è molto più divertente di Napoli».

Conclusioni

Il pezzo sul birdwatching originale si intitolava: “Guardiamoci attorno, e teniamoci stretto questo Napoli”. Il sottotitolo, invece, recitava: “Il progetto tecnico è il più solido dopo quello della Juventus, nessun club di Serie A si presenterà con le stesse certezze del Napoli all’avvio del prossimo campionato”.

Ecco, togliamo il progetto tecnico e mettiamoci l’ambiente. Cambiamolo, riscriviamolo, diventiamo meno ottimisti e positivi: “L’ambiente napoletano non genera molte più polemiche rispetto ad altre piazze: le nostre beghe di oggi sono tempeste in un bicchiere d’acqua rispetto a quello che succede altrove“. Non è un sottotitolo, è troppo più lungo. Ma rende l’idea. Di un mal comune mezzo gaudio che non deve essere un principio-guida, ma rappresenta un invito all’oggettività. Il giardino del vicino è sempre più verde.  In alcuni casi, anzi in alcuni momenti, può essere vero. Può essere così. In altri momenti, gli altri siamo noi. E questo è uno di quei momenti: siamo quelli col giardino più verde.

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